Quell’anno, gli Héroes del Silencio
si affermarono come la vera rivelazione musicale del panorama spagnolo.
Intrapresero il loro primo tour nazionale, durante il quale emersero con
chiarezza il loro autentico stile e il potenziale artistico, ben più incisivo
rispetto a quanto traspariva dal loro album d’esordio. Complessivamente, si
esibirono in trenta concerti in tutta la Spagna. Oltre a consolidarsi come
band, maturarono artisticamente e iniziarono a essere considerati con crescente
serietà dal pubblico. Sin dalle prime apparizioni, tuttavia, si delineò una netta
polarizzazione tra sostenitori e detrattori: una spaccatura che, lungi dal
demoralizzarli, venne accolta con orgoglio, poiché rappresentava un chiaro
segno del loro tratto distintivo e della loro capacità di lasciare il segno. A coronamento di un anno intenso e ricco di
riconoscimenti, furono insigniti del titolo di Grupo Revelación del 89 dalla giuria di
Iberpop, a Logroño.
Sul finire dell’anno, gli Héroes del
Silencio pubblicarono En
Directo, un mini LP dal vivo a tiratura limitata, concepito come un
omaggio ai fan più fedeli. L’edizione andò rapidamente esaurita, segno
dell’interesse crescente che circondava la band. Con questa pubblicazione, gli
Héroes intendevano affrancarsi dall’etichetta stilistica che era stata loro
attribuita dopo El Mar No Cesa,
proponendosi di mostrare la loro autentica essenza musicale. A loro avviso, le
registrazioni precedenti erano state eccessivamente levigate in fase di
produzione e non riuscivano a restituire appieno la potenza e la spontaneità
che caratterizzavano le loro esibizioni dal vivo.
In origine, l’intento era quello di registrare alcuni
brani dal vivo da destinare come lato B di futuri singoli. Tuttavia, le
registrazioni effettuate l’8 settembre a Villanueva del Arzobispo, in provincia
di Jaén, si rivelarono di qualità talmente elevata da meritare una
pubblicazione autonoma. Nacque così il mini LP En Directo, che, oltre a consolidare il
rapporto con il pubblico, rappresentò un banco di prova prezioso in vista del
secondo album della band. L’esperienza fu anche l’occasione per affinare il
processo creativo e produttivo, condiviso con il produttore Carlos Martos,
segnando un ulteriore passo nella maturazione artistica degli Héroes del
Silencio.
Con il passare del tempo, gli Héroes del Silencio abbandonarono progressivamente le piccole sale per approdare a scenari ben più imponenti, come stadi e plazas de toros, capaci di accogliere un pubblico sempre più numeroso. La loro professionalità, l’energia magnetica sul palco e una cura scenografica sempre più sofisticata con proiezioni, passerelle, giochi di luci e altri effetti visivi contribuirono a trasformare i loro concerti in veri e propri spettacoli.
1990
L'anno si apre con un riconoscimento significativo per
gli Héroes del Silencio: nel mese di gennaio, la band ottiene il disco di
platino per l’album El Mar
No Cesa. Per celebrare l’evento, si tiene una cena in un ristorante
di Calle Jardines,
a Madrid, alla quale partecipano i quattro membri del gruppo, alcuni
rappresentanti della EMI e il loro agente. L’occasione, tuttavia, si svolge
lontano dai riflettori: nessun organo di stampa era stato avvertito, e
dell’evento non esiste documentazione giornalistica. Lo stesso successo
dell’album stupì i componenti del gruppo, che faticavano a comprenderne le ragioni,
considerando che la loro proposta musicale non era orientata verso il mercato
più commerciale.
Ha inizio un tour che tocca l'intera penisola iberica, incluse le Isole Canarie e Baleari, con tappe nelle principali festività locali, tra cui El Pilar a Saragozza, San Isidro a Madrid e Legarrock a Leganés (Madrid). L’allestimento scenico prevede un sofisticato gioco di luci bianche che proiettano sagome monumentali, lasciando il pubblico estasiato. Contestualmente, la band comincia a richiedere condizioni tecniche e logistiche sempre più esigenti, nella consapevolezza che per offrire non solo ottimi concerti ma veri e propri spettacoli di alto livello, siano necessarie strutture adeguate.
Nell’agosto dello stesso anno si verifica un incontro destinato a
segnare una svolta decisiva nella carriera degli Héroes del Silencio,
modificandone radicalmente l’approccio al lavoro e alla musica. Durante un
concerto a Calatayud (Saragozza), la band ha modo di conoscere Phil Manzanera,
leggendario ex-chitarrista del gruppo glam britannico Roxy Music. L’occasione
nasce quasi per caso: il manager di Manzanera, impegnato nella realizzazione di
una compilation di gruppi spagnoli destinata al mercato svizzero, entra in
contatto con gli Héroes del Silencio. Dopo un breve colloquio, rimane
pienamente colpito e convinto del potenziale della band.
Poche settimane più tardi, Phil Manzanera incontra Pito, il manager del
gruppo, a Londra. I due discutono l’eventualità di una collaborazione per la
produzione del nuovo album. Manzanera, incuriosito, accoglie positivamente la
proposta, ma gli Héroes pongono una condizione imprescindibile: prima di
qualsiasi decisione, Phil dovrà assistere a un loro concerto dal vivo. Temono
infatti che, basandosi unicamente sul materiale discografico disponibile, il
produttore possa optare per un’impostazione sonora troppo edulcorata, distante
dall’energia autentica del gruppo.
Così, Phil Manzanera si reca a Calatayud per vedere la band esibirsi.
L’impatto è immediato: rimane profondamente colpito non solo dalla qualità
musicale del gruppo, ma anche dalla travolgente partecipazione del pubblico e,
soprattutto, dal carisma magnetico di Enrique Bunbury.
Nel corso dell’intera tournée, il
gruppo è stato coinvolto in intense trattative con la casa discografica per
definire nel dettaglio ogni aspetto legato alla realizzazione del nuovo album.
Forte del successo commerciale ottenuto con El
Mar No Cesa, dell’EP En
Directo e della positiva accoglienza del tour, la EMI si dimostrò
finalmente disposta a fornire agli Héroes del Silencio tutte le risorse
necessarie per la produzione di un disco ambizioso, all’altezza delle
aspettative crescenti del pubblico e della critica.
Il primo nodo da sciogliere riguardava la scelta del produttore, e gli
Héroes del Silencio presero in considerazione diversi nomi di spicco della
scena britannica, tra cui Steve Brown, Guido Slitta Rock, Chris Long-Ange e
altri ancora. Tuttavia, l’incontro con Phil Manzanera si rivelò decisivo: fin
dal primo momento si instaurò una forte sintonia, tanto da spingere entrambe le
parti a voler iniziare le registrazioni il prima possibile.
Così, tra settembre e ottobre, la band si immerse nel lavoro creativo,
dapprima presso gli studi Kirios di Madrid, poi nei London Metropolis Studios
di Londra, accompagnata da Phil Manzanera. A differenza dei produttori
precedenti, Manzanera seppe instaurare un clima disteso e collaborativo,
garantendo ai membri del gruppo ampio spazio decisionale e libertà espressiva.
Durante la lavorazione del nuovo album, gli Héroes del Silencio iniziano
a mettere in pratica un approccio che diventerà abituale nei loro dischi
futuri: sviluppare e rifinire i brani direttamente in studio. Questo metodo
permette loro di lavorare in modo più spontaneo e creativo, sfruttando
l’energia del momento. Alcune canzoni, come Decadencia, erano pezzi già
esistenti ma mai registrati, mentre altre, come Con nombre de guerra,
nascono proprio durante le sessioni di registrazione.
L’obiettivo era quello di ottenere un suono più crudo e autentico, che
rispecchiasse fedelmente l’intensità e il dinamismo delle esibizioni dal vivo.
Per questo motivo, la batteria e il basso vennero registrati simultaneamente,
cercando di catturare al meglio l’interplay tra i musicisti. Le tastiere, che non
erano mai state parte integrante delle loro performance dal vivo, vennero
completamente escluse, contribuendo a rendere il suono del disco più coerente
con l’identità del gruppo.
Con l'uscita di Senderos de Traición, la band non solo conquista
definitivamente la scena musicale spagnola, ma si afferma anche come una delle
formazioni rock più influenti del paese. Il titolo dell'album, ispirato al film
El sendero de la traición di Costa-Gavras, riflette in qualche modo la
tensione emotiva e le sfide che il gruppo aveva affrontato nel proprio
percorso, sia interpersonali che artistiche.
In questo secondo lavoro, gli Héroes del Silencio raggiungono finalmente
la maturità musicale e artistica che cercavano. La produzione, che rispecchia
il loro suono dal vivo, riesce a catturare perfettamente l'intensità e la
potenza della band, con una qualità che non era mai stata raggiunta nei lavori
precedenti. A differenza di El Mar No Cesa, che era il risultato di un
periodo di transizione, Senderos de Traición rappresenta una
composizione più coesa, un insieme di canzoni che hanno avuto il tempo di
svilupparsi, facendo emergere una maggiore omogeneità e profondità.
Tra le tracce che emergono, Entre dos tierras e Maldito duende
diventano rapidamente degli inni per la band e i suoi fan, non solo in Spagna,
ma anche in altre parti del mondo dove la band inizia a farsi conoscere. Queste
canzoni non solo definiscono lo stile musicale degli Héroes, ma li consacrano
come figure di riferimento nel panorama rock spagnolo. L'album riesce a
catturare la vera essenza del gruppo, portando il loro suono e la loro identità
a un nuovo livello, e segnando un passo fondamentale nel loro percorso
artistico.
La risposta del pubblico è entusiasta e immediata: Senderos de
Traición vola in cima alle classifiche e il gruppo ottiene finalmente il
riconoscimento che merita. Il tour che segue diventa un trionfo, con stadi e
arene affollate di fan che cantano a squarciagola i loro successi.
Con Senderos de Traición, gli Héroes del Silencio non solo confermano la loro posizione di leader nel rock spagnolo, ma pongono le basi per un'incredibile carriera internazionale, che continuerà a evolversi nei successivi anni
1991
All'inizio dell'anno, dopo un
agitato 1990, gli Héroes del Silencio si concedono delle meritate ferie. Pedro
si reca a Los Angeles per acquistare dischi; Joaquín va in montagna per
riposarsi e ossigenarsi; Juan resta a Saragozza, dove sperimenta nel suo studio
domestico e registra demo per giovani gruppi della città, tra cui gli "En
Pecado", la band dei suoi fratelli Gonzalo e Pedro Valdivia all'epoca;
mentre Enrique viaggia a Londra per imparare l’inglese. Nel frattempo, gli
Héroes del Silencio continuano a dominare le classifiche, e le loro canzoni
restano ampiamente trasmesse dalle stazioni radio.
Il 1991 è un anno di grande crescita
internazionale per gli Héroes del Silencio, con la band che si lancia in una
serie di concerti che consolidano il loro status sia in Spagna che all'estero.
Il tour Senda '91 segna un ritorno sulla scena, con il gruppo che
riprende le esibizioni live in modo più strutturato. Il tour inizia il 30 marzo
a Don Benito, in Estremadura, e si distingue per un approccio più organizzato
rispetto agli anni precedenti: il gruppo chiede che le distanze tra una data e
l'altra non superino i 500 km, così da garantire una maggiore comodità per
tutti i membri. Inoltre, richiedono di avere un giorno di riposo per ogni
quattro giorni consecutivi di concerti, segno di una maggiore attenzione alla
loro salute fisica e mentale, essenziale per il mantenimento di un buon livello
di performance.
L'estate del 1991 rappresenta un altro importante passo per la band,
quando vengono scelti dalla Società Generale degli Autori Spagnoli per
rappresentare la musica spagnola al New Music Seminar di New York. Questo
evento segna il debutto del gruppo fuori dall'Europa, una vetrina fondamentale
per affermarsi a livello internazionale e aprirsi a nuovi mercati.
L'opportunità di esibirsi in un contesto così prestigioso dimostra l'internazionalizzazione
della loro carriera.
Il ritorno a Saragozza, il 9 ottobre, durante la Fiesta del Pilar, è un
evento che diventa storico per la città e per la band. Si esibiscono allo
Stadio Municipale de La Romareda, davanti a 20.000 spettatori, un pubblico che
segna il massimo afflusso di pubblico per un evento rock nella città. La
presenza di gruppi locali come Las Novias e Niños del Brasil rende l'evento
ancora più significativo, creando una connessione tra la band e le radici
musicali di Saragozza.
La tournée europea, che inizia il 26 ottobre con una tappa a Berlino, è
una tappa fondamentale nel processo di espansione della band. A Berlino, si
esibiscono davanti a un pubblico di 8.000 persone, partecipando a un festival
contro il razzismo. L'evento, con il potente slogan "Anche io sono
straniero", sottolinea l'impegno degli Héroes del Silencio per cause
sociali, nonostante cantino in castigliano, un fattore che, sebbene rappresenti
una barriera linguistica, non impedisce loro di conquistare un pubblico sempre
più ampio in Europa. Durante questa mini tournée europea, si esibiscono in
Svizzera, Germania, Belgio e Francia, riuscendo a stabilire una connessione con
il pubblico di diversi paesi e a consolidare la loro posizione come band di
livello internazionale.
Fino ad allora, gli Héroes del
Silencio avevano ottenuto successo solo in Spagna, mentre altri gruppi stavano
avendo successo in Sud America. A parte i Mecano, che stavano ottenendo
riscontri in Francia e cercavano di entrare nel mercato britannico (anche se
nessuno riuscì completamente nell’impresa), sembrava che il mercato europeo
fosse chiuso e nessun gruppo spagnolo riuscisse ad aprirlo. Tuttavia, alla fine
dell’anno, la EMI pubblicò "Senderos de Traición" in Germania,
segnando il primo passo verso una solida promozione degli Héroes in alcuni
paesi europei, una promozione che iniziò concretamente nel 1992.
Il dicembre del 1991 segna un'altra tappa significativa per gli Héroes
del Silencio con la pubblicazione del doppio EP Senda '91, registrato il
25 settembre a Las Rozas, un sobborgo di Madrid. Questo EP, disponibile in
tiratura limitata a sole 25.000 copie, rappresenta una testimonianza del
dinamismo della band e della loro volontà di mantenere un legame stretto con il
pubblico, offrendo un prodotto che rispecchiasse fedelmente l'esperienza dal
vivo.
Una delle scelte più interessanti per questo EP è stata quella di
mantenere il suono grezzo e naturale, con minimi ritocchi in fase di
post-produzione. La band, d'accordo con l'ingegnere del suono Keith Bessey, ha
voluto preservare l'integrità delle registrazioni, senza intervenire troppo
sulla qualità del suono, mantenendo gli errori, come quello presente in Con
nombre de guerra, come parte integrante dell'autenticità del live. Questo
approccio ha sottolineato la filosofia della band di non cercare la perfezione
artificiale, ma di presentare la loro musica così come viene suonata dal vivo,
con tutta l'energia e l'imperfezione che contraddistingue un'esibizione
autentica.
Inoltre, gli Héroes del Silencio hanno deciso di rispondere con un tocco
ironico e provocatorio alle critiche ricevute in passato, inclusi i commenti
negativi sulla presunta falsità delle loro performance dal vivo. Nel collage
che accompagna l'EP, vengono inserite alcune delle critiche più aspre e anche
accuse di utilizzo del playback, un tema che aveva circondato la band fin dai
primi anni della loro carriera. In questo modo, il gruppo non solo rispondeva
alle critiche, ma le ribaltava, facendo della contestazione un ulteriore segno
distintivo della loro personalità artistica.
Secondo gli stessi Héroes del
Silencio, la scelta di realizzare Senda
'91 in questo modo è stata dettata dalla volontà di catturare
l’essenza dell'intero tour, senza idealizzazioni, ma abbracciando tanto i
momenti di successo quanto le difficoltà e le critiche. L'album si chiude con
una frase enigmatica di Enrique, registrata al contrario, che suona come un
messaggio da decifrare: "E tra ogni parola e sillaba pronunciate, come il
solco aspro da percorrere, rimarranno messaggi da decifrare che nascondono
bugie imparate."
Il 4 febbraio di quell’anno, alle
ore 21, gli Héroes del Silencio presentano ufficialmente il doppio EP dal vivo Senda '91 con un concerto
esclusivo alla sala Morocco di Madrid. Questo evento, che segna una pietra
miliare nella loro carriera, rappresenta anche l'unico concerto che la band
terrà in Spagna nel 1992, poiché quell’anno la loro attenzione si concentrerà
principalmente sulla conquista del pubblico internazionale e sull'espansione
del loro successo oltre i confini iberici.
Tra marzo e ottobre, gli Héroes del Silencio si
esibiscono in numerosi paesi europei, tra cui Germania, Belgio, Olanda,
Danimarca, Svizzera, Svezia, Francia, Italia e persino Gran Bretagna.
Partecipano anche a festival importanti, condividendo il palco con band
internazionali di grande calibro come i Cult, Bryan Adams, Texas e Pearl Jam.
Sebbene all'inizio la loro visibilità sia limitata e le recensioni della stampa
europea siano brevi, il gruppo guadagna gradualmente sempre più importanza. In particolare,
la stampa tedesca si distingue per i suoi elogi, iniziando a definire gli
Héroes come una "potenziale stella" e sottolineando la loro crescita
da "segreto nascosto" a realtà sempre più affermata.
Affrontano la Germania con determinazione e, pur partendo da una
visibilità ridotta, da metà anno iniziano a riempire locali di piccole
dimensioni, con una capienza di circa mille persone. Prima dell’inizio del
tour, gli Héroes del Silencio avevano già venduto 30.000 copie di Senderos
de Traición in Germania, un risultato che sarebbe cresciuto
vertiginosamente fino a 500.000 copie l’anno successivo. Questo risultato
rappresentava un record assoluto per un gruppo rock spagnolo, particolarmente
significativo se si considera che le loro canzoni erano in castigliano.
Nonostante il successo ottenuto all’estero, alcuni critici spagnoli
ridimensionano il fenomeno, attribuendo il successo europeo principalmente alla
grande comunità di immigrati spagnoli in paesi come Francia, Svizzera e
Germania. Sebbene questa spiegazione non sia del tutto infondata, non coglie
pienamente l’essenza del fenomeno: oltre agli immigrati, il gruppo conquista
anche un pubblico più ampio, tra cui francesi, svizzeri e tedeschi, che si
identificano con la loro musica nonostante la barriera linguistica. Gli Héroes
del Silencio stavano finalmente rompendo le frontiere culturali, diventando una
band rispettata e amata anche oltre i confini della Spagna.
Durante la pausa successiva alla tournée europea, Enrique
Bunbury debutta come produttore nel primo album della band saragozzana Las
Novias, intitolato "Sueños en blanco y negro". Enrique Bunbury ha
sempre mostrato fiducia nei confronti dei Las Novias, continuando a supportarli
anche due anni più tardi producendo il loro album successivo.
Ad ottobre, gli Héroes del Silencio
conclusero il tour Senda
91-92 con una breve tournée promozionale in Messico, che si rivelò
solo un primo approccio al mercato latinoamericano, destinato a essere ripreso
due anni più tardi. Nonostante le incertezze iniziali riguardo all’accoglienza
del pubblico messicano, alla fine dell’anno divenne chiaro che gli Héroes del
Silencio stavano emergendo come uno dei principali ambasciatori della cultura
spagnola all'estero. La loro crescente influenza si stava avvicinando, in
qualche modo, a quella di eventi come l'Expo di Siviglia o le Olimpiadi di
Barcellona, simboli di un rinnovato orgoglio nazionale.
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