Durante i primi mesi dell'anno, gli Héroes del Silencio si dirigono a
Londra per dedicarsi alla registrazione del loro nuovo album. Negli studi Gallery,
si affidano ancora una volta a Phil Manzanera come produttore, con cui avevano
già collaborato in passato. La composizione dei brani avviene rapidamente, in
soli quindici giorni, e subito dopo entrano in studio per registrare,
nonostante siano appena riusciti a riprendersi dalla maratona di concerti
precedenti. Il processo di registrazione si svolge ancora una volta negli studi
londinesi Metropolis e dura fino al mese di marzo.
Una volta conclusa la registrazione, gli Héroes del Silencio si
concedono una meritata pausa. Enrique si dirige verso Cuba, Juan esplora la
Galizia e Creta, mentre Joaquín e Pedro preferiscono rimanere a Saragozza per
riposarsi. Nel mese di aprile, il gruppo si rinchiude nella sala prove per
preparare il tour del nuovo album, che non tarda a essere rilasciato.
Come assaggio di ciò che sarà un anno ricco di concerti, a maggio la
band si esibisce in Portogallo. A giugno, il tanto atteso album El Espíritu
del Vino viene finalmente pubblicato in tutta Europa, in formato doppio LP
e CD. Un mese prima, il singolo Nuestros Nombres era già stato
rilasciato come anticipazione, suscitando l'attesa tra i fan e preparando il
terreno per il nuovo capitolo della band.
Fino alla registrazione di El Espíritu del Vino, gli Héroes del
Silencio avevano sempre evitato di realizzare dischi eccessivamente prodotti,
cercando di mantenere un suono che riflettesse il loro stile energetico e
diretto dal vivo. Questo approccio aveva permesso alla band di mantenere una
certa autenticità e freschezza nel loro suono. Tuttavia, con la pubblicazione
di El Espíritu del Vino, si nota un cambio sostanziale nella loro
evoluzione musicale.
L'album si presenta come un lavoro più complesso e sofisticato,
caratterizzato da un'armonia più ricca e stratificata. I brani sono arricchiti
con arrangiamenti più articolati, che comprendono una varietà di strumenti e
sonorità. Le sfumature sonore e la profondità degli arrangiamenti mostrano un
gruppo disposto a sperimentare e ad ampliare i propri orizzonti musicali.
In El Espíritu del Vino, uno degli aspetti più significativi è la
reintroduzione delle tastiere, un elemento che non era stato particolarmente
presente nei lavori precedenti della band. L'uso dell'organo Hammond e del
pianoforte, registrati dal loro amico Copi Arellano, aggiunge una nuova
dimensione al suono degli Héroes del Silencio. Questi strumenti contribuiscono
a creare atmosfere più ricche e a dare maggiore profondità ai brani, segnando
una sorta di ritorno a sonorità più sofisticate e variegate rispetto alle produzioni
precedenti.
Oltre alla metodologia adottata
durante la registrazione, "El Espíritu del Vino" segna anche
cambiamenti significativi nella composizione e nello stile musicale degli
Héroes del Silencio. Nonostante il mistero, gli enigmi e l'estetica gotica e oscura,
già presenti nei testi del gruppo, questo album si distingue per la sua durezza
e potenza. È intriso di lirismo, brillantezza e luce, con chitarre molto più
rock e incisive rispetto ai lavori precedenti. Inoltre, la maturità della band
emerge chiaramente in questo nuovo disco, sia nella musica che nei testi di
Enrique, che riflettono una crescente inquietudine per le culture orientali,
esplorate attraverso viaggi e letture.
El Espíritu del Vino viene generalmente
considerato come uno dei lavori più apprezzati degli Héroes del Silencio, e
viene acclamato dalla critica come uno dei capolavori della musica spagnola. La
sua maturità sonora e la sua complessità musicale lo pongono, per molti, al
vertice della carriera della band. Tuttavia, con il passare degli anni, alcuni
membri del gruppo, in particolare Enrique Bunbury, hanno dichiarato che
considerano Senderos de Traición come il loro miglior album, nonostante
l'entusiasmo che El Espíritu del Vino aveva suscitato al momento della
sua uscita.
Secondo questi membri, la produzione di El Espíritu del Vino è
stata influenzata dalla stanchezza fisica e mentale accumulata durante il lungo
e impegnativo tour precedente. Questo ha avuto un impatto diretto sulla
composizione e sulla registrazione dell'album. Il gruppo si trovò a lavorare
con risorse ed energie limitate, e la poca sintonia tra i membri durante il
processo creativo venne percepita come un fattore negativo. La durata eccessiva
delle canzoni, che spesso si estendevano oltre i confini del necessario, e la
lunghezza complessiva dell'album, vennero ritenuti errori che distaccavano
l'album dal dinamismo e dall'immediatezza che avevano caratterizzato Senderos
de Traición.
La presentazione grafica di El Espíritu del Vino segna un punto
di svolta nell'estetica della band, elevando ulteriormente l'immagine visiva
che era stata avviata con Senda '91. La cura dei dettagli e l'uso di simbolismi
ed enigmi nei disegni hanno contribuito a rafforzare l'identità visiva del
gruppo, creando un legame profondo tra musica e arte. Ogni traccia dell'album
ha il suo simbolo distintivo, che riflette la complessità e la ricchezza del
contenuto musicale. Per la prima
volta, inoltre, i testi delle canzoni sono stati pubblicati sia in castigliano
che in inglese, un chiaro segno dell'ambizione internazionale degli Héroes del
Silencio e del loro desiderio di farsi comprendere da un pubblico globale.
Per quanto riguarda la tournée di promozione, inizialmente chiamata
"El Camino del Exceso Tour", la band si trova a dover affrontare una
nuova sfida: la complessità musicale del disco richiede l'integrazione di un
nuovo membro. La scelta cade su Alan Boguslavsky, un chitarrista di Los Angeles
che vive a Città del Messico e che era già amico del gruppo. La sua selezione
fu influenzata dal desiderio di includere un musicista che fosse in grado di
adattarsi al contesto internazionale della band, evitando di inserire un altro
componente proveniente da Saragozza. L’approccio cosmopolita del gruppo,
infatti, si riflette nella scelta di Boguslavsky, un musicista che conosceva la
scena musicale internazionale e che aveva uno stile di vita bohémien che si
adattava perfettamente all'atmosfera della band.
Nonostante l’opposizione della EMI, che lo considerava solo un
"musicista turnista" e lo escludeva dalle sessioni fotografiche
promozionali, la band lo accoglie ufficialmente come membro a tutti gli
effetti. La presenza di Boguslavsky diventa un elemento chiave nella
preparazione del tour, che si suddividerà in tre tappe principali: Spagna,
Europa e America Latina. Il 16 giugno, il concerto al Palazzo dello Sport di
Madrid viene registrato e successivamente trasmesso dalla Televisión Española,
un segno della crescente importanza del gruppo.
Un altro momento storico della tournée si verifica il 20 luglio, quando
gli Héroes del Silencio incontrano Sua Maestà Don Felipe di Borbone, Principe
delle Asturie, al Palazzo dell'Operetta di Madrid. Questo incontro rappresenta
un fatto senza precedenti, poiché per la prima volta un membro della Casa Reale
spagnola accoglie una band rock, simbolizzando il riconoscimento del valore
culturale e linguistico degli Héroes del Silencio. Durante il colloquio, la
band ha l’opportunità di discutere con l’erede al trono spagnolo non solo della
loro musica, ma anche dei Led Zeppelin, una band che entrambi ammiravano.
Tuttavia, questo incontro non passa inosservato. Alcuni fan del gruppo
criticano duramente la band, accusandola di incoerenza politica per aver
incontrato un membro della monarchia, un'istituzione contro cui Enrique Bunbury
ha sempre espresso un atteggiamento critico. In risposta, i membri del gruppo
chiarirono che la mancanza di condivisione delle idee politiche non avrebbe mai
impedito loro di rispettare figure di rilievo. Nonostante ciò, al termine
dell’incontro, Enrique Bunbury si dichiarò pubblicamente contrario alla
monarchia, confermando la sua posizione personale.
Durante il secondo semestre
dell’anno, gli Héroes del Silencio continuano a dimostrare la loro forza
indiscutibile sulla scena musicale internazionale, esibendosi in oltre cento
concerti tra Spagna ed Europa. Ogni data del tour si trasforma in un trionfo,
con il gruppo che conquista palcoscenici di grande prestigio, tra cui grandi
locali all'aperto e stadi. La band riesce a
consolidare ulteriormente la sua reputazione come uno dei gruppi rock più
rilevanti del momento, e la loro musica trova un'eco sempre più ampia tra il
pubblico di diversi paesi. Prima di imbarcarsi per la tanto attesa tournée in
America Latina, gli Héroes del Silencio decidono di prendersi una pausa,
cercando di recuperare le energie dopo mesi di intensa attività. Approfittano
del periodo natalizio per rilassarsi e rigenerarsi, preparandosi per le nuove
sfide che li attendono nel continente latinoamericano. Questo riposo è
fondamentale per il gruppo, che si appresta a vivere una nuova fase della sua
carriera, con l'opportunità di conquistare anche il pubblico oltre l'Atlantico.
Durante i primi mesi del 1994, gli Héroes del Silencio decidono di
prendersi una pausa a Saragozza per ricaricare le batterie dopo la lunga e
impegnativa tournée europea e prepararsi per il tour imminente in America Latina.
Questo periodo di riposo non è solo fisico, ma anche creativo, e vede alcuni
dei membri della band, in particolare Enrique Bunbury, dedicarsi ad altri
progetti musicali.
Enrique, infatti, si dedica alla produzione del nuovo album dei Las
Novias, un gruppo di Saragozza che stava cercando di fare il salto verso una
visibilità maggiore. L'album, intitolato Todo/Nada Sigue Igual, viene
realizzato sotto l'etichetta A la Inversa Records, fondata da Enrique stesso
insieme ai membri dei Las Novias.
Con la stessa etichetta, si prepara
anche la compilazione Zaragoza
Vive, un omaggio alla scena musicale della città natale della band,
che include ventidue tracce di vari gruppi saragozzani. Gli Héroes del Silencio
partecipano alla compilation con il brano "Los
Placeres de la Pobreza", un pezzo che si distingue per il suo
tono riflessivo e il suo sound distintivo, che racchiude l'essenza del gruppo. Zaragoza Vive viene
pubblicata l'anno successivo, confermando il contributo degli Héroes al
panorama musicale locale e alla crescita della scena musicale spagnola.
Il 1994 si rivela un anno particolarmente difficile e doloroso per gli
Héroes del Silencio, segnato da eventi tragici e sfide personali. La prima
grande tragedia colpisce la band all'inizio dell'anno con la morte di Martin,
il loro road manager, avvenuta a gennaio. Martin era una figura fondamentale
per il gruppo, non solo per il suo ruolo pratico nelle tournée, ma anche per il
supporto emotivo e umano che offriva a tutti i membri. La sua morte sconvolge
profondamente la band, destabilizzando il morale e la determinazione dei suoi
membri, che si trovano a fare i conti con il dolore e la perdita di una persona
che era parte integrante della loro vita professionale e privata.
In questo periodo di difficoltà, Enrique Bunbury si rifugia nella musica
come mezzo di espressione e rilascio emotivo. Il 9 marzo, decide di esibirsi in
una performance a sorpresa presso il bar La Estación del Silencio a
Saragozza, un locale di proprietà del suo amico Antonio Estación, bassista dei
Niños del Brasil. Questo evento, pensato come un momento di sollievo e di
celebrazione per sé stesso e per i suoi amici, viene mantenuto segreto fino
all'ultimo momento, con il nome del concerto presentato come quello di un
gruppo fittizio, Sándalo Pachuli, per limitare l'affluenza e mantenere
l’effetto sorpresa.
Durante questa esibizione improvvisata, Bunbury si esibisce alla voce,
accompagnato da Copi alle tastiere e da Alan Boguslavsky ai cori. Il concerto
si trasforma in un omaggio ai grandi artisti che hanno influenzato la sua
musica e quella degli Héroes del Silencio, con reinterpretazioni di classici di
Elvis Presley, John Lennon, David Bowie, Tom Waits e Free. Questa performance,
sebbene lontana dalle dimensioni dei concerti della band, diventa un'esperienza
significativa sia per Bunbury che per il pubblico presente, una sorta di rito
di guarigione collettivo e di riflessione sulle sue radici musicali e
personali.
Nel 1994, gli Héroes del Silencio si trovano ad
affrontare un anno costellato da tragedie personali e sfide professionali. La
morte del loro road manager, Martin, all'inizio dell'anno segna un colpo
durissimo per la band, ma il dolore cresce ancora di più quando, nel mese di
marzo, Enrique Bunbury subisce una perdita tragica e devastante: suo fratello
Rafael Ortiz de Landázuri viene accoltellato e ucciso durante una rissa in un
bar, pochi giorni prima dell'inizio della tournée americana. L'omicidio del
fratello rappresenta un trauma profondo per Enrique, che si trova a dover
affrontare il dolore di una perdita irreparabile mentre si prepara a partire
per il tour.
Nonostante il dolore e la tragedia, la band decide di proseguire con il
tour come previsto, spinta dalla determinazione e dal senso di responsabilità
verso i propri impegni professionali. La scelta di non cancellare il tour è
anche un tributo alla memoria di Martin e di Rafael, ma anche una necessità di
continuare a portare avanti il proprio lavoro e la propria passione per la
musica. Questo periodo, segnato da una sofferenza profonda, vede gli Héroes del
Silencio affrontare le difficoltà con una forza inaspettata, unendo il loro
dolore alla determinazione di continuare a suonare e a crescere come band.
Ad aprile, inizia la tanto attesa tournée americana, ma questa si rivela
molto diversa dai tour precedenti. Piuttosto che suonare in grandi stadi o
arene, la band si esibisce in piccoli locali con una capienza che non supera i
mille posti, partendo dal Messico e continuando in Cile e Argentina, con un
totale di venticinque concerti. La tournée offre agli Héroes del Silencio una
dose di umiltà, poiché si trovano a confrontarsi con un pubblico che, pur non
conoscendo ancora la loro musica, si dimostra ricettivo. In questo tour, il
gruppo è costretto a ricominciare da capo, cercando di conquistare il pubblico
latinoamericano che inizialmente non ha familiarità con la loro proposta
musicale.
Alla fine di giugno 1994, gli Héroes del Silencio lasciarono il
continente americano per tornare in Europa, dove proseguirono la tournée
prendendo parte a diversi festival estivi, in particolare in Germania e
Finlandia. Il ritorno nel vecchio continente segnava la conclusione di quella
che, fino a quel momento, era stata la tournée più lunga, intensa e fortunata
della loro carriera.
Per celebrare questo traguardo straordinario, nel mese di luglio venne
pubblicato in edizione limitata lo speciale cofanetto "Héroes del Silencio en
directo", un tributo all’energia e all’impatto dei loro live. Il
box set comprendeva tre elementi:
- il video in VHS dello storico concerto del 16 giugno 1993 al Palazzo dello Sport di Madrid, filmato da Televisión
Española,
- un libro dettagliato contenente la biografia aggiornata della band
e una cronologia delle tournée,
- e un maxi-singolo con esclusive versioni dal vivo e acustiche dei brani
"Flor de loto", "Mar adentro" e "La Herida".
Inizialmente, la band aveva valutato l’idea di pubblicare un album dal
vivo tratto dallo spettacolo del 5
gennaio 1994 a Saragozza, ma quel progetto fu definitivamente
accantonato a favore di questo cofanetto celebrativo, che riscosse un ottimo
successo tra i fan, diventando presto un oggetto da collezione.
Dopo due anni vissuti a ritmi serratissimi — dalla lunga tournée Senda
‘91 e ‘92, alla scrittura e registrazione di El Espíritu del Vino,
fino al tour mondiale El Camino del Exceso che aveva occupato gran parte
del 1993 e del 1994 — la band si prese finalmente una meritata pausa.
Nell’agosto dello stesso anno, i membri del gruppo si dedicarono a un periodo
di riposo, scegliendo mete diverse per staccare dalla frenesia. Enrique
Bunbury, in particolare, partì per un viaggio spirituale e introspettivo in India
e Nepal, alla ricerca di nuove ispirazioni e di un rinnovato equilibrio
personale.
È chiaro che El Espíritu del Vino rappresenti l’album di
definitiva consacrazione per gli Héroes del Silencio. Non solo riuscì a
eguagliare, se non addirittura a superare in certi mercati, le vendite di Senderos
de Traición, il loro disco più venduto fino ad allora, ma segnò anche un
punto di svolta artistico e professionale. Il tour El Camino del Exceso,
che ne seguì, fu fondamentale per consolidare il successo del gruppo sia in
Europa che in America Latina, trasformandoli da fenomeno iberico a realtà
internazionale.
Tuttavia, dietro l’euforia del successo si celava un’altra realtà: le
relazioni personali all’interno della band erano ormai profondamente incrinate.
I due anni di attività ininterrotta, dalla fine del tour Senda ‘91-’92,
passando per la faticosa realizzazione di El Espíritu del Vino, fino
alla massacrante tournée mondiale avevano lasciato tutti fisicamente e
mentalmente esausti. A
questo si aggiungevano fattori ancora più destabilizzanti:
- l’uso sempre più frequente di droghe,
- la crescente pressione dei media,
- le perdite dolorose di Martin (il road manager) e Rafael (fratello
di Enrique),
- l’abbandono del loro manager storico, Pito.
Il gruppo si trovava dunque davanti a un bivio: lasciarsi travolgere da
questo vortice e sciogliersi, oppure cercare un modo per ritrovarsi. Scelsero la seconda strada.
Nel settembre 1994, dopo una pausa estiva rigenerante, gli Héroes
decisero di dedicarsi a un vero e proprio “ritiro spirituale”. Seguendo il
consiglio di un amico di Juan Valdivia, si trasferirono all’Hospital de Benasque, un rifugio
rustico situato nei Pirenei aragonesi, precisamente nelle Llanos del Hospital, nella suggestiva
valle di Benasque, provincia di Huesca. In quel luogo isolato, approfittando
della bassa stagione turistica, la band si ritirò per due mesi con l’intento di
rimettere ordine nei rapporti interni, affrontare i conflitti mai risolti, e
soprattutto riconnettersi con la propria musica.
Durante quel periodo, vissuto lontano dalle luci della ribalta, gli
Héroes del Silencio iniziarono a comporre e registrare i primi materiali che
sarebbero poi confluiti nel loro prossimo e ultimo album in studio. Il ritiro a
Benasque segnò così un tentativo consapevole e coraggioso di rinascita, una
pausa necessaria per risanare le ferite e riscoprire la coesione artistica e
personale, prima dell’atto finale della loro straordinaria parabola.
All'inizio del 1995, dopo due mesi di isolamento creativo e personale
nei Pirenei Aragonesi, gli Héroes del Silencio lasciarono l’Hospital de
Benasque per trasferirsi a Londra,
più precisamente a High Wycombe,
dove si trovavano gli appartamenti di Phil
Manzanera. Manzanera, storico produttore e ormai figura chiave
nell’evoluzione sonora del gruppo, metteva spesso a disposizione questi
appartamenti per ospitare la band durante le fasi preparatorie dei loro lavori
in studio.
In quel contesto londinese, gli Héroes continuarono la loro sorta di
"reclusione volontaria", proseguendo un processo creativo iniziato
già tra le montagne aragonesi. Fino a febbraio del 1995, si dedicarono
completamente alla definizione della
struttura dei nuovi brani, alla ricerca di suoni e arrangiamenti
coerenti con la direzione artistica che intendevano dare al nuovo disco.
Il primo cambiamento significativo nella dinamica di lavoro degli Héroes
del Silencio fu la decisione di cercare un nuovo produttore. Dopo anni di
collaborazione, il gruppo scelse di non proseguire con Phil Manzanera,
nonostante il suo contributo determinante nei dischi precedenti. La profonda
amicizia nata con lui aveva finito per compromettere l’equilibrio
professionale: spesso, il rapporto personale ostacolava la possibilità di
prendere decisioni critiche o di affrontare i conflitti creativi in modo
diretto.
In quel momento, la band aveva bisogno di una figura esterna capace di
riportare ordine e disciplina, qualcuno con l’autorevolezza necessaria per
dirigere il lavoro in studio e far convergere le diverse visioni artistiche.
Questo era essenziale soprattutto alla luce delle tensioni musicali ancora
presenti tra Juan Valdivia ed Enrique Bunbury.
Per il nuovo progetto discografico, gli Héroes del Silencio presero in
considerazione nomi di altissimo livello, come Bob Rock e Mike Clink,
rispettivamente produttori dei Metallica e Guns N’ Roses. Alla fine, la scelta
cadde su Bob Ezrin, un veterano dell’industria musicale che aveva già lavorato
con icone come Lou Reed, Alice Cooper, Kiss, Peter Gabriel e i Pink Floyd. La
sua esperienza e il suo approccio diretto erano esattamente ciò di cui la band
aveva bisogno in quella fase della loro carriera.
Il cambio di produttore fu solo uno dei molti segnali di trasformazione.
Il gruppo interruppe anche i rapporti con l’agenzia di management 10/diez e con
Pito, lo storico manager che li aveva seguiti sin dagli inizi. Al suo posto,
subentrò Claire King, dirigente della EMI England, assumendo la gestione del
gruppo e portando una nuova visione più internazionale.
Gli Héroes si trasferirono così a Los Angeles per iniziare la
registrazione dell’album sotto la guida di Ezrin, affiancato dall’ingegnere del
suono Andrew Jackson. Fin dal primo incontro, Ezrin suggerì una direzione
chiara: realizzare un disco puro, potente, un concentrato di rock & roll
dalle chitarre graffianti, ispirato a band come Led Zeppelin, Pearl Jam e The
Cult. La band abbracciò subito questa visione.
Fu Ezrin, inoltre, a proporre di aprire l’album con un brano che
evocasse le radici aragonesi della band. Gli Héroes del Silencio individuarono
il suono perfetto nella "Rompida de la Hora", una tradizione secolare
del Bajo Aragón Turolense. Ogni anno, allo scoccare della mezzanotte tra il
giovedì e il venerdì Santo, i tamburi e le grancasse di uno dei nove paesi
della Ruta del Tambor y el Bombo squarciano il silenzio in un rito tanto
solenne quanto spettacolare. Questo momento dirompente, carico di pathos,
rappresentava perfettamente l’intensità che il gruppo voleva trasmettere.
Contattarono quindi il Comune di Híjar, una delle località simbolo di
questa tradizione, per ottenere una registrazione di qualità professionale.
Tuttavia, il materiale inviato — un disco in vinile dalla qualità sonora
mediocre — non fu all’altezza delle aspettative. Questo inconveniente costrinse
la band a cercare un’alternativa all’ultimo momento.
Oltre ai cambiamenti nella produzione e nella gestione, gli Héroes del
Silencio intrapresero anche un’importante svolta a livello visivo. Per la prima
volta nella loro carriera, decisero di abbandonare l’universo grafico costruito
da Pedro Magro, l’artista che aveva firmato l’intera iconografia del gruppo
fino a quel momento. Magro aveva contribuito in maniera decisiva a creare
l’estetica enigmatica e simbolica che aveva accompagnato la band sin dagli
esordi, ma i tempi erano maturi per un rinnovamento.
Il compito di ridisegnare l’immagine del gruppo fu affidato al
collettivo Ipsum Planet, una scelta che rifletteva la volontà degli Héroes di
reinventarsi anche dal punto di vista visivo, in linea con l’evoluzione sonora
e concettuale del nuovo album.
Terminata la lunga fase di registrazione a Los Angeles, nei mesi di
luglio e agosto del 1995, la band fece il suo ritorno sulle scene
internazionali partecipando a numerosi festival estivi in Svizzera e Germania.
Queste apparizioni segnarono il primo contatto con il pubblico dopo oltre un
anno di assenza dalle scene, generando grande attesa per la pubblicazione del
nuovo lavoro discografico.
Il 18 settembre 1995,
simultaneamente in ventisei Paesi, venne pubblicato Avalancha, il nuovo
attesissimo album degli Héroes del Silencio. Il titolo, carico di significato,
rifletteva il bisogno impellente della band di muoversi, di evitare
l’immobilismo creativo e di dare forma a un’urgenza espressiva ormai
incontenibile.
La presentazione ufficiale si svolse al Centro Culturale Delicias di
Saragozza, davanti a un parterre internazionale composto da giornalisti
provenienti da Messico, Australia, Germania, Italia, Inghilterra e Svizzera,
oltre a una nutrita rappresentanza della stampa spagnola. In totale, circa
cento inviati parteciparono all’evento, presieduto da Rafael Gil, presidente
della EMI-Hispavox-Chrysalis. Davanti a trecento fan selezionati, la band
eseguì sei brani inediti dal vivo, in un’esibizione che partì con un’intima jam
acustica e si concluse con tutta la potenza elettrica tipica degli Héroes. A
fine serata, la celebrazione continuò a La Estación del Silencio, dove
Las Novias e i Niños del Brasil tributarono un omaggio musicale al gruppo.
Avalancha si presenta come un disco di
puro rock & roll, fortemente influenzato dalla scena americana degli anni
’90 — in particolare band come Pearl Jam e Soundgarden. Energico, diretto, e
con una produzione più nitida rispetto al precedente El espíritu del vino,
l’album sprigiona chitarre taglienti, melodie incisive e una sezione ritmica
solida e coinvolgente. Per la band, il risultato è stato eccezionale: per la
prima volta, ammettono di essersi davvero lasciati guidare da un produttore
esterno, e la mano di Bob Ezrin, già collaboratore di artisti del calibro di
Pink Floyd e Alice Cooper, si percepisce chiaramente in ogni traccia.
Anche l’aspetto grafico segnò un cambio di rotta: per la realizzazione
del libretto e della copertina fu coinvolto il collettivo Ipsum Planet, interrompendo
così la storica collaborazione con Pedro Magro. Il booklet riprende lo stile di
Senderos de Traición, con la band di nuovo in copertina, mentre
all’interno i testi sono presentati sia in castigliano che in inglese,
accompagnati dalle fotografie di Joaquín Cardiel. Alan Boguslavsky, sebbene
coautore di tutti i brani, non appare visivamente nel libretto né sulla
copertina, e solo una menzione nei crediti finali ne certifica la presenza — un
segnale che, nonostante fosse considerato il “quinto Héroe” dalla band, la casa
discografica non lo riconoscesse pienamente come tale.
Per la prima volta nella storia del gruppo, la critica fu unanimemente
entusiasta. Alcune testate si spinsero addirittura a scusarsi per aver
sottovalutato i lavori precedenti. Avalancha fu accolto come un
capolavoro, ottenendo il doppio disco di platino con oltre 200.000 copie
vendute, consacrando gli Héroes del Silencio tra gli artisti spagnoli più
influenti e di successo. Tuttavia, tra i fan più affezionati, El espíritu
del vino rimane per molti il vertice artistico della band.
Il 25 settembre, appena una settimana dopo l’uscita del disco, prende il
via da Milano il tour omonimo. A differenza delle esperienze passate, questa
tournée fu pianificata con maggiore attenzione al benessere del gruppo: vennero
introdotti giorni di pausa tra i vari blocchi di concerti per evitare il
logoramento psicofisico che aveva caratterizzato il tour precedente.
Fino alla fine dell’anno, la band si esibì in quattordici date tedesche
in piccole sale, per poi toccare diverse città in Spagna e altri Paesi europei
tra cui Italia, Austria, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Ungheria, Svezia,
Finlandia, Danimarca, Francia e Belgio. I concerti della tournée Avalancha
furono potenti, compatti e intensi, con performance intrise di energia e
aggressività.
Un tratto distintivo della scaletta fu l’inclusione di celebri brani
della storia del rock, come Paranoid dei Black Sabbath, Rock 'n' Roll
dei Led Zeppelin, The Passenger di Iggy Pop e It's Only Rock 'n' Roll
dei Rolling Stones, spesso inseriti nella versione estesa e sempre più
suggestiva di Decadencia, che divenne il brano di chiusura di ogni
concerto. In alcune date, il gruppo sorprese anche con rivisitazioni acustiche
del proprio repertorio.
Dopo la pubblicazione e la
presentazione di "Avalancha", il 25 settembre inizia il tour
omonimo, partendo da Milano. Il tour "Avalancha"
è stato pianificato in maniera molto più serena e rilassata, con giorni di
riposo tra i vari blocchi di concerti, cercando di evitare l'amara esperienza
del tour precedente. Pertanto, dalla fine di settembre fino alla fine
dell’anno, inizia la prima fase dei concerti in Europa, con quattordici date in
locali e piccole sale solo in Germania, seguite da esibizioni in città della
Spagna e in altri paesi europei come Italia, Austria, Svizzera, Olanda,
Inghilterra, Ungheria, Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia e Belgio. I
concerti di "Avalancha" si
rivelano compatti e energici. carichi di potenza, energia e aggressività. Una
delle caratteristiche distintive di questa tournée è l'inclusione di versioni
di brani leggendari della storia del rock, come "Paranoid"
dei Black Sabbath, "Rock 'n' Roll"
dei Led Zeppelin, "The Passenger"
di Iggy Pop e "It's Only Rock 'n' Roll" dei Rolling Stones. Questi pezzi sono
inseriti all'interno di una versione sempre più peculiare ed estesa di "Decadencia", che diventa il brano di chiusura dei loro concerti. In alcuni di
questi spettacoli, la band interpreta anche alcuni dei loro pezzi in versione
acustica.
Nonostante il tentativo della band di affrontare la tournée Avalancha
con maggiore serenità rispetto al passato, al termine della prima parte
iniziano ad emergere una serie di problemi che mettono in crisi la tranquillità
conquistata.
Il primo segnale di tensione arriva dalle trattative con la casa
discografica per il rinnovo del contratto, che si rivelano subito complesse e
cariche di attriti. A queste difficoltà si sommano poi questioni di salute che
colpiscono alcuni membri del gruppo: Juan Valdivia comincia a soffrire di una
tendinite alla mano sinistra, che limita la sua capacità di suonare, mentre
Pedro Andreu inizia ad accusare problemi cardiaci sempre più debilitanti.
La situazione peggiora ulteriormente dopo il concerto di Siviglia del 5
dicembre, quando Enrique Bunbury, esasperato dal comportamento di una parte del
pubblico che lo stava sputando, decide di abbandonare il palco. Durante
le vacanze natalizie, la band si prende una pausa meritata. Enrique Bunbury
sceglie di trascorrere questo periodo in viaggio nel sud del Messico, percorrendo
la Rotta Maya, forse alla ricerca di un po’ di quiete dopo mesi di tensioni e
fatiche.
L’anno inizia nel peggiore dei modi per gli Héroes del Silencio. Pedro
Andreu, il batterista, è costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico al
cuore, e la sua convalescenza lo tiene lontano dai concerti per un periodo.
Durante questo periodo difficile, la band trova un sostituto temporaneo in
Ángel Bau, un batterista di grande esperienza che aveva collaborato con artisti
come Antonio Vega e Marc Ribot. Bau si unisce agli Héroes per i concerti
iniziali del 1996, ma la sua presenza non riesce a risolvere i crescenti
conflitti interni.
A febbraio, la band riprende la tournée Avalancha, con la prima
parte del tour che li porta in America, in particolare in Messico, dove
realizzano dodici concerti. Successivamente, gli Héroes proseguono la loro
avventura negli Stati Uniti, suonando in città non proprio convenzionali per un
gruppo rock spagnolo, come Los Angeles, Chicago, Boston e New York. La band
realizza un totale di sedici esibizioni negli Stati Uniti, ma anche in questo
periodo, i dissapori interni crescono.
Le difficoltà relazionali diventano sempre più evidenti, in particolare
tra Enrique Bunbury e gli altri membri del gruppo, con un focus principale sulla
tensione tra lui e Juan Valdivia. Bunbury, influenzato da nuove correnti
musicali emergenti, propone un cambiamento radicale nello stile musicale degli
Héroes. Si interessa sempre di più a sonorità elettroniche potenti e
industriali, prendendo ispirazione da artisti come i Kraftwerk degli anni '70, i Depeche Mode degli
anni '80, e i suoni più recenti di Tricky, Orbital e Massive Attack, in
particolare per le loro influenze sul jungle e drum 'n' bass. Tuttavia, la
proposta di Bunbury incontra un muro di resistenza, soprattutto da parte di
Juan Valdivia, che preferisce rimanere fedele al rock tradizionale e allo
spirito originale della band.
Le divergenze musicali tra Bunbury e Valdivia contribuiscono a un
crescente distacco tra i due, creando un ambiente teso e poco armonioso
all'interno del gruppo. La crisi di identità che Enrique Bunbury sta vivendo,
insieme a una crescente insoddisfazione personale e professionale, amplifica
ulteriormente il malessere. La situazione diventa insostenibile, e la band
prende la decisione di prendersi un periodo di riposo alla fine della tournée,
per consentire a ciascun membro di concentrarsi sui propri progetti personali,
sebbene preferiscano tenere questa decisione privata per il momento.
Nel frattempo, mentre la tournée continua, Enrique Bunbury inizia a
lavorare al suo progetto solista. Approfittando dei momenti liberi tra i
concerti, inizia a scrivere nuovi testi e a comporre canzoni. A marzo, registra
cinque demo negli studi della I.R.S. Records di Los Angeles e altri tre a San
Juan, Puerto Rico, gettando le basi per ciò che diventerà la sua carriera
solista.
Nonostante questi problemi interni, la tournée Avalancha non si
ferma. A metà aprile, la band prosegue il tour in Sud America, visitando Ecuador,
Colombia, Argentina, Uruguay, Cile e Paraguay, per poi tornare negli Stati
Uniti a maggio. Durante questo periodo, gli Héroes si esibiscono anche in
alcuni festival in Germania, per poi concludere la loro esperienza in Europa
con un concerto acustico a Madrid, negli studi della Cadena 40 Principales, che
sarà successivamente trasmesso dalle radio e dalle televisioni.
Il tour prosegue in Spagna all'inizio di giugno, con la seconda parte
della tournée che parte il 1° giugno da Barcellona e prosegue in numerose città
come Bilbao, Benidorm, Madrid, Saragozza, Teruel, Valladolid, Zamora, Vigo, La
Coruña, Orense, Valencia, Cuenca, Malaga, Cordova, Palma di Maiorca, Las Palmas
e Tenerife. La tournée si conclude il 30 giugno a Melilla. Durante i concerti di
Saragozza e Madrid, la casa discografica registra le performance per un
possibile album dal vivo, ma la tensione e le difficoltà all'interno del gruppo
sono ormai evidenti, segnando un punto di non ritorno nella storia della band.
A luglio, gli Héroes del Silencio lasciano la Spagna e riprendono la
loro tournée europea, esibendosi in grandi locali in Germania e Svizzera. Ad
agosto, attraversano nuovamente l'Atlantico per tornare nelle Americhe, dove si
esibiscono in vari concerti, inclusa la loro partecipazione al festival Monsters
of Rock in Brasile. In questo contesto, sono i primi a salire sul palco,
condividendo la scena con band legendarie come Mercyful Fate, Biohazard,
Helloween, Motörhead, Skid Row e Iron Maiden.
Le voci riguardo un possibile scioglimento della band iniziano a
circolare tra i media e i fan, alimentando le speculazioni. A metà settembre,
per fare chiarezza, gli Héroes del Silencio decidono di convocare una
conferenza stampa a Lima, in Perù, durante la quale annunciano ufficialmente
una pausa di due anni. Questo periodo sarà dedicato al riposo e ai progetti
solisti dei membri, con l’intenzione di tornare freschi e rilassati in seguito.
La notizia scuote profondamente i fan, soprattutto in un momento in cui la band
sta vivendo il suo massimo successo. Da quel momento, durante il resto della
tournée sudamericana, la band si trova costretta a rispondere continuamente
alle domande dei giornalisti e dei fan riguardo al futuro del gruppo, smentendo
ogni voce sul possibile scioglimento definitivo.
Come saluto finale alla loro carriera, almeno per il momento, il 28
settembre viene pubblicato un doppio album dal vivo intitolato Parasiempre,
che raccoglie le registrazioni dei concerti del 7 e 8 giugno a Madrid e
Saragozza.
Il disco Parasiempre
riassume l’essenza del tour di Avalancha,
selezionando i brani più emblematici della storia degli Héroes del Silencio e
colmando il vuoto lasciato dalla cancellazione della pubblicazione di un album
dal vivo durante la tournée El
Camino del Exceso. Questo album rappresenta il primo vero disco live
della band, a differenza dei precedenti lavori dal vivo, En Directo del 1989 e Senda ‘91, che erano
edizioni limitate, di breve durata e destinate principalmente ai collezionisti,
risultando poco accessibili al grande pubblico.
Per i primi 10.000 acquirenti di Parasiempre, è stata
inclusa una videocassetta (VHS) contenente frammenti di interviste ed
esibizioni della band durante la tournée Avalancha.
Il design del libretto e del disco è stato curato da Ana Ortiz di Landázuri e
Joaquín Cardiel, conferendo un tocco distintivo e raffinato all'album.
Nel mese di ottobre, gli Héroes del Silencio hanno
concluso la loro lunga e impegnativa tournée con una serie di concerti a San
Francisco, San Bernardino e Los Angeles. Tuttavia, il concerto di Los Angeles è
stato interrotto prematuramente a causa di una pioggia di oggetti sul palco, in
risposta a dichiarazioni infelici fatte da Enrique Bunbury qualche giorno
prima, mentre la band stava eseguendo il brano "Parasiempre". Il 6
ottobre 1996, con l'ultimo concerto a Los Angeles, si conclude una tournée che
ha visto oltre cento concerti in più di venti paesi. Questo evento segna la
fine della carriera musicale degli Héroes del Silencio, una band che ha scritto
pagine indelebili nella storia del rock & roll spagnolo, e che continua a
essere ricordata come una delle formazioni più influenti della musica in lingua
spagnola.
Nel 2006, la EMI ha intrapreso la rimasterizzazione
digitale degli album in studio degli Héroes del Silencio, distribuendoli in
quattro doppi CD sotto la denominazione "Ediciones Especiales".
Nonostante le promesse di includere materiale inedito e rarità, i CD extra
contenevano principalmente brani già presenti in raccolte precedenti. L'unica
vera novità significante erano le tracce di En
Directo (pubblicate per la prima volta su CD) e quelle di Senda '91, che era fuori
catalogo da molti anni.
Il 14 febbraio 2007, è stato ufficialmente annunciato il
ritorno degli Héroes del Silencio per celebrare il ventesimo anniversario del loro
debutto discografico. Tra settembre e ottobre dello stesso anno, la band ha
intrapreso un tour di 10 date: Città del Guatemala, Buenos Aires, Monterrey, Città
del Messico, Los Angeles, Saragozza, Siviglia e Valencia. Una delle principali
novità di questo tour è stata l'assenza del "quinto eroe", Alan
Boguslavsky, che è stato sostituito da Gonzalo Valdivia, il fratello di Juan,
che ha preso il suo posto nella line-up.
Durante lo stesso periodo, la EMI ha pubblicato due box
set di vinili, dedicati esplicitamente ai collezionisti, stampati in sole 5000
copie, a ulteriore conferma del culto che circondava la band e della sua
importanza nella storia del rock in lingua spagnola.
Inoltre, sono stati pubblicati un doppio CD e un doppio DVD che
commemorano l'ultima tournée della band, entrambi intitolati "Tour
2007". Il doppio CD contiene 28 canzoni registrate durante i concerti
in Messico, mentre il doppio DVD include il concerto tenutosi a Città del
Messico, arricchito da un documentario extra che offre uno spunto più intimo
sulla reunion e sull'esperienza vissuta dalla band durante il tour.
Nonostante il successo e l'entusiasmo generale per la reunion, le
possibilità che gli Héroes del Silencio tornino a comporre nuova musica e a
pubblicare un nuovo album in studio sembrano molto scarse o pressoché nulle. La
band, pur mantenendo un posto speciale nel cuore dei fan, sembra non avere
intenzione di intraprendere nuovi progetti musicali insieme. Nel frattempo,
Enrique Bunbury continua a seguire la sua carriera solista, iniziata nel 1996,
ottenendo numerosi successi sia in Spagna che in America Latina, consolidandosi
come uno degli artisti più influenti e apprezzati del panorama musicale di
lingua spagnola.
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