martedì 22 novembre 2011

BIOGRAFIA DEGLI HEROES DEL SILENCIO (terza parte)


TERZA PARTE (1993-1996) e la breve reunion del 2007


1993



Durante i primi mesi dell'anno, gli Héroes del Silencio si dirigono a Londra per dedicarsi alla registrazione del loro nuovo album. Negli studi Gallery, si affidano ancora una volta a Phil Manzanera come produttore, con cui avevano già collaborato in passato. La composizione dei brani avviene rapidamente, in soli quindici giorni, e subito dopo entrano in studio per registrare, nonostante siano appena riusciti a riprendersi dalla maratona di concerti precedenti. Il processo di registrazione si svolge ancora una volta negli studi londinesi Metropolis e dura fino al mese di marzo.

Una volta conclusa la registrazione, gli Héroes del Silencio si concedono una meritata pausa. Enrique si dirige verso Cuba, Juan esplora la Galizia e Creta, mentre Joaquín e Pedro preferiscono rimanere a Saragozza per riposarsi. Nel mese di aprile, il gruppo si rinchiude nella sala prove per preparare il tour del nuovo album, che non tarda a essere rilasciato.

Come assaggio di ciò che sarà un anno ricco di concerti, a maggio la band si esibisce in Portogallo. A giugno, il tanto atteso album El Espíritu del Vino viene finalmente pubblicato in tutta Europa, in formato doppio LP e CD. Un mese prima, il singolo Nuestros Nombres era già stato rilasciato come anticipazione, suscitando l'attesa tra i fan e preparando il terreno per il nuovo capitolo della band.


Fino alla registrazione di El Espíritu del Vino, gli Héroes del Silencio avevano sempre evitato di realizzare dischi eccessivamente prodotti, cercando di mantenere un suono che riflettesse il loro stile energetico e diretto dal vivo. Questo approccio aveva permesso alla band di mantenere una certa autenticità e freschezza nel loro suono. Tuttavia, con la pubblicazione di El Espíritu del Vino, si nota un cambio sostanziale nella loro evoluzione musicale.

L'album si presenta come un lavoro più complesso e sofisticato, caratterizzato da un'armonia più ricca e stratificata. I brani sono arricchiti con arrangiamenti più articolati, che comprendono una varietà di strumenti e sonorità. Le sfumature sonore e la profondità degli arrangiamenti mostrano un gruppo disposto a sperimentare e ad ampliare i propri orizzonti musicali.

In El Espíritu del Vino, uno degli aspetti più significativi è la reintroduzione delle tastiere, un elemento che non era stato particolarmente presente nei lavori precedenti della band. L'uso dell'organo Hammond e del pianoforte, registrati dal loro amico Copi Arellano, aggiunge una nuova dimensione al suono degli Héroes del Silencio. Questi strumenti contribuiscono a creare atmosfere più ricche e a dare maggiore profondità ai brani, segnando una sorta di ritorno a sonorità più sofisticate e variegate rispetto alle produzioni precedenti.



Oltre alla metodologia adottata durante la registrazione, "El Espíritu del Vino" segna anche cambiamenti significativi nella composizione e nello stile musicale degli Héroes del Silencio. Nonostante il mistero, gli enigmi e l'estetica gotica e oscura, già presenti nei testi del gruppo, questo album si distingue per la sua durezza e potenza. È intriso di lirismo, brillantezza e luce, con chitarre molto più rock e incisive rispetto ai lavori precedenti. Inoltre, la maturità della band emerge chiaramente in questo nuovo disco, sia nella musica che nei testi di Enrique, che riflettono una crescente inquietudine per le culture orientali, esplorate attraverso viaggi e letture.

El Espíritu del Vino viene generalmente considerato come uno dei lavori più apprezzati degli Héroes del Silencio, e viene acclamato dalla critica come uno dei capolavori della musica spagnola. La sua maturità sonora e la sua complessità musicale lo pongono, per molti, al vertice della carriera della band. Tuttavia, con il passare degli anni, alcuni membri del gruppo, in particolare Enrique Bunbury, hanno dichiarato che considerano Senderos de Traición come il loro miglior album, nonostante l'entusiasmo che El Espíritu del Vino aveva suscitato al momento della sua uscita.




Secondo questi membri, la produzione di El Espíritu del Vino è stata influenzata dalla stanchezza fisica e mentale accumulata durante il lungo e impegnativo tour precedente. Questo ha avuto un impatto diretto sulla composizione e sulla registrazione dell'album. Il gruppo si trovò a lavorare con risorse ed energie limitate, e la poca sintonia tra i membri durante il processo creativo venne percepita come un fattore negativo. La durata eccessiva delle canzoni, che spesso si estendevano oltre i confini del necessario, e la lunghezza complessiva dell'album, vennero ritenuti errori che distaccavano l'album dal dinamismo e dall'immediatezza che avevano caratterizzato Senderos de Traición.

Nonostante questi commenti retrospettivi, El Espíritu del Vino resta uno degli album più significativi nella storia del gruppo, capace di mostrare un'evoluzione musicale importante e di consolidare ulteriormente il loro posto nella scena rock internazionale. La sua intensità emotiva, unita alla varietà sonora e ai contributi esterni, come quelli di Phil Manzanera, lo rendono ancora oggi un lavoro di grande valore.



La presentazione grafica di El Espíritu del Vino segna un punto di svolta nell'estetica della band, elevando ulteriormente l'immagine visiva che era stata avviata con Senda '91. La cura dei dettagli e l'uso di simbolismi ed enigmi nei disegni hanno contribuito a rafforzare l'identità visiva del gruppo, creando un legame profondo tra musica e arte. Ogni traccia dell'album ha il suo simbolo distintivo, che riflette la complessità e la ricchezza del contenuto musicale.   Per la prima volta, inoltre, i testi delle canzoni sono stati pubblicati sia in castigliano che in inglese, un chiaro segno dell'ambizione internazionale degli Héroes del Silencio e del loro desiderio di farsi comprendere da un pubblico globale.

Per quanto riguarda la tournée di promozione, inizialmente chiamata "El Camino del Exceso Tour", la band si trova a dover affrontare una nuova sfida: la complessità musicale del disco richiede l'integrazione di un nuovo membro. La scelta cade su Alan Boguslavsky, un chitarrista di Los Angeles che vive a Città del Messico e che era già amico del gruppo. La sua selezione fu influenzata dal desiderio di includere un musicista che fosse in grado di adattarsi al contesto internazionale della band, evitando di inserire un altro componente proveniente da Saragozza. L’approccio cosmopolita del gruppo, infatti, si riflette nella scelta di Boguslavsky, un musicista che conosceva la scena musicale internazionale e che aveva uno stile di vita bohémien che si adattava perfettamente all'atmosfera della band.

Nonostante l’opposizione della EMI, che lo considerava solo un "musicista turnista" e lo escludeva dalle sessioni fotografiche promozionali, la band lo accoglie ufficialmente come membro a tutti gli effetti. La presenza di Boguslavsky diventa un elemento chiave nella preparazione del tour, che si suddividerà in tre tappe principali: Spagna, Europa e America Latina. Il 16 giugno, il concerto al Palazzo dello Sport di Madrid viene registrato e successivamente trasmesso dalla Televisión Española, un segno della crescente importanza del gruppo.

Un altro momento storico della tournée si verifica il 20 luglio, quando gli Héroes del Silencio incontrano Sua Maestà Don Felipe di Borbone, Principe delle Asturie, al Palazzo dell'Operetta di Madrid. Questo incontro rappresenta un fatto senza precedenti, poiché per la prima volta un membro della Casa Reale spagnola accoglie una band rock, simbolizzando il riconoscimento del valore culturale e linguistico degli Héroes del Silencio. Durante il colloquio, la band ha l’opportunità di discutere con l’erede al trono spagnolo non solo della loro musica, ma anche dei Led Zeppelin, una band che entrambi ammiravano.

Tuttavia, questo incontro non passa inosservato. Alcuni fan del gruppo criticano duramente la band, accusandola di incoerenza politica per aver incontrato un membro della monarchia, un'istituzione contro cui Enrique Bunbury ha sempre espresso un atteggiamento critico. In risposta, i membri del gruppo chiarirono che la mancanza di condivisione delle idee politiche non avrebbe mai impedito loro di rispettare figure di rilievo. Nonostante ciò, al termine dell’incontro, Enrique Bunbury si dichiarò pubblicamente contrario alla monarchia, confermando la sua posizione personale.


Durante il secondo semestre dell’anno, gli Héroes del Silencio continuano a dimostrare la loro forza indiscutibile sulla scena musicale internazionale, esibendosi in oltre cento concerti tra Spagna ed Europa. Ogni data del tour si trasforma in un trionfo, con il gruppo che conquista palcoscenici di grande prestigio, tra cui grandi locali all'aperto e stadi.                  La band riesce a consolidare ulteriormente la sua reputazione come uno dei gruppi rock più rilevanti del momento, e la loro musica trova un'eco sempre più ampia tra il pubblico di diversi paesi. Prima di imbarcarsi per la tanto attesa tournée in America Latina, gli Héroes del Silencio decidono di prendersi una pausa, cercando di recuperare le energie dopo mesi di intensa attività. Approfittano del periodo natalizio per rilassarsi e rigenerarsi, preparandosi per le nuove sfide che li attendono nel continente latinoamericano. Questo riposo è fondamentale per il gruppo, che si appresta a vivere una nuova fase della sua carriera, con l'opportunità di conquistare anche il pubblico oltre l'Atlantico.





1994


Durante i primi mesi del 1994, gli Héroes del Silencio decidono di prendersi una pausa a Saragozza per ricaricare le batterie dopo la lunga e impegnativa tournée europea e prepararsi per il tour imminente in America Latina. Questo periodo di riposo non è solo fisico, ma anche creativo, e vede alcuni dei membri della band, in particolare Enrique Bunbury, dedicarsi ad altri progetti musicali.

Enrique, infatti, si dedica alla produzione del nuovo album dei Las Novias, un gruppo di Saragozza che stava cercando di fare il salto verso una visibilità maggiore. L'album, intitolato Todo/Nada Sigue Igual, viene realizzato sotto l'etichetta A la Inversa Records, fondata da Enrique stesso insieme ai membri dei Las Novias.

Con la stessa etichetta, si prepara anche la compilazione Zaragoza Vive, un omaggio alla scena musicale della città natale della band, che include ventidue tracce di vari gruppi saragozzani. Gli Héroes del Silencio partecipano alla compilation con il brano "Los Placeres de la Pobreza", un pezzo che si distingue per il suo tono riflessivo e il suo sound distintivo, che racchiude l'essenza del gruppo. Zaragoza Vive viene pubblicata l'anno successivo, confermando il contributo degli Héroes al panorama musicale locale e alla crescita della scena musicale spagnola.

Il 1994 si rivela un anno particolarmente difficile e doloroso per gli Héroes del Silencio, segnato da eventi tragici e sfide personali. La prima grande tragedia colpisce la band all'inizio dell'anno con la morte di Martin, il loro road manager, avvenuta a gennaio. Martin era una figura fondamentale per il gruppo, non solo per il suo ruolo pratico nelle tournée, ma anche per il supporto emotivo e umano che offriva a tutti i membri. La sua morte sconvolge profondamente la band, destabilizzando il morale e la determinazione dei suoi membri, che si trovano a fare i conti con il dolore e la perdita di una persona che era parte integrante della loro vita professionale e privata.

In questo periodo di difficoltà, Enrique Bunbury si rifugia nella musica come mezzo di espressione e rilascio emotivo. Il 9 marzo, decide di esibirsi in una performance a sorpresa presso il bar La Estación del Silencio a Saragozza, un locale di proprietà del suo amico Antonio Estación, bassista dei Niños del Brasil. Questo evento, pensato come un momento di sollievo e di celebrazione per sé stesso e per i suoi amici, viene mantenuto segreto fino all'ultimo momento, con il nome del concerto presentato come quello di un gruppo fittizio, Sándalo Pachuli, per limitare l'affluenza e mantenere l’effetto sorpresa.

Durante questa esibizione improvvisata, Bunbury si esibisce alla voce, accompagnato da Copi alle tastiere e da Alan Boguslavsky ai cori. Il concerto si trasforma in un omaggio ai grandi artisti che hanno influenzato la sua musica e quella degli Héroes del Silencio, con reinterpretazioni di classici di Elvis Presley, John Lennon, David Bowie, Tom Waits e Free. Questa performance, sebbene lontana dalle dimensioni dei concerti della band, diventa un'esperienza significativa sia per Bunbury che per il pubblico presente, una sorta di rito di guarigione collettivo e di riflessione sulle sue radici musicali e personali.



Nel 1994, gli Héroes del Silencio si trovano ad affrontare un anno costellato da tragedie personali e sfide professionali. La morte del loro road manager, Martin, all'inizio dell'anno segna un colpo durissimo per la band, ma il dolore cresce ancora di più quando, nel mese di marzo, Enrique Bunbury subisce una perdita tragica e devastante: suo fratello Rafael Ortiz de Landázuri viene accoltellato e ucciso durante una rissa in un bar, pochi giorni prima dell'inizio della tournée americana. L'omicidio del fratello rappresenta un trauma profondo per Enrique, che si trova a dover affrontare il dolore di una perdita irreparabile mentre si prepara a partire per il tour.

Nonostante il dolore e la tragedia, la band decide di proseguire con il tour come previsto, spinta dalla determinazione e dal senso di responsabilità verso i propri impegni professionali. La scelta di non cancellare il tour è anche un tributo alla memoria di Martin e di Rafael, ma anche una necessità di continuare a portare avanti il proprio lavoro e la propria passione per la musica. Questo periodo, segnato da una sofferenza profonda, vede gli Héroes del Silencio affrontare le difficoltà con una forza inaspettata, unendo il loro dolore alla determinazione di continuare a suonare e a crescere come band.

Ad aprile, inizia la tanto attesa tournée americana, ma questa si rivela molto diversa dai tour precedenti. Piuttosto che suonare in grandi stadi o arene, la band si esibisce in piccoli locali con una capienza che non supera i mille posti, partendo dal Messico e continuando in Cile e Argentina, con un totale di venticinque concerti. La tournée offre agli Héroes del Silencio una dose di umiltà, poiché si trovano a confrontarsi con un pubblico che, pur non conoscendo ancora la loro musica, si dimostra ricettivo. In questo tour, il gruppo è costretto a ricominciare da capo, cercando di conquistare il pubblico latinoamericano che inizialmente non ha familiarità con la loro proposta musicale.



Alla fine di giugno 1994, gli Héroes del Silencio lasciarono il continente americano per tornare in Europa, dove proseguirono la tournée prendendo parte a diversi festival estivi, in particolare in Germania e Finlandia. Il ritorno nel vecchio continente segnava la conclusione di quella che, fino a quel momento, era stata la tournée più lunga, intensa e fortunata della loro carriera.

Per celebrare questo traguardo straordinario, nel mese di luglio venne pubblicato in edizione limitata lo speciale cofanetto "Héroes del Silencio en directo", un tributo all’energia e all’impatto dei loro live. Il box set comprendeva tre elementi:

  • il video in VHS dello storico concerto del 16 giugno 1993 al Palazzo dello Sport di Madrid, filmato da Televisión Española,
  • un libro dettagliato contenente la biografia aggiornata della band e una cronologia delle tournée,
  • e un maxi-singolo con esclusive versioni dal vivo e acustiche dei brani "Flor de loto", "Mar adentro" e "La Herida".

Inizialmente, la band aveva valutato l’idea di pubblicare un album dal vivo tratto dallo spettacolo del 5 gennaio 1994 a Saragozza, ma quel progetto fu definitivamente accantonato a favore di questo cofanetto celebrativo, che riscosse un ottimo successo tra i fan, diventando presto un oggetto da collezione.

Dopo due anni vissuti a ritmi serratissimi — dalla lunga tournée Senda ‘91 e ‘92, alla scrittura e registrazione di El Espíritu del Vino, fino al tour mondiale El Camino del Exceso che aveva occupato gran parte del 1993 e del 1994 — la band si prese finalmente una meritata pausa. Nell’agosto dello stesso anno, i membri del gruppo si dedicarono a un periodo di riposo, scegliendo mete diverse per staccare dalla frenesia. Enrique Bunbury, in particolare, partì per un viaggio spirituale e introspettivo in India e Nepal, alla ricerca di nuove ispirazioni e di un rinnovato equilibrio personale.


È chiaro che El Espíritu del Vino rappresenti l’album di definitiva consacrazione per gli Héroes del Silencio. Non solo riuscì a eguagliare, se non addirittura a superare in certi mercati, le vendite di Senderos de Traición, il loro disco più venduto fino ad allora, ma segnò anche un punto di svolta artistico e professionale. Il tour El Camino del Exceso, che ne seguì, fu fondamentale per consolidare il successo del gruppo sia in Europa che in America Latina, trasformandoli da fenomeno iberico a realtà internazionale.

Tuttavia, dietro l’euforia del successo si celava un’altra realtà: le relazioni personali all’interno della band erano ormai profondamente incrinate. I due anni di attività ininterrotta, dalla fine del tour Senda ‘91-’92, passando per la faticosa realizzazione di El Espíritu del Vino, fino alla massacrante tournée mondiale avevano lasciato tutti fisicamente e mentalmente esausti.                  A questo si aggiungevano fattori ancora più destabilizzanti:

  • l’uso sempre più frequente di droghe,
  • la crescente pressione dei media,
  • le perdite dolorose di Martin (il road manager) e Rafael (fratello di Enrique),
  • l’abbandono del loro manager storico, Pito.

Il gruppo si trovava dunque davanti a un bivio: lasciarsi travolgere da questo vortice e sciogliersi, oppure cercare un modo per ritrovarsi. Scelsero la seconda strada.

Nel settembre 1994, dopo una pausa estiva rigenerante, gli Héroes decisero di dedicarsi a un vero e proprio “ritiro spirituale”. Seguendo il consiglio di un amico di Juan Valdivia, si trasferirono all’Hospital de Benasque, un rifugio rustico situato nei Pirenei aragonesi, precisamente nelle Llanos del Hospital, nella suggestiva valle di Benasque, provincia di Huesca. In quel luogo isolato, approfittando della bassa stagione turistica, la band si ritirò per due mesi con l’intento di rimettere ordine nei rapporti interni, affrontare i conflitti mai risolti, e soprattutto riconnettersi con la propria musica.

Durante quel periodo, vissuto lontano dalle luci della ribalta, gli Héroes del Silencio iniziarono a comporre e registrare i primi materiali che sarebbero poi confluiti nel loro prossimo e ultimo album in studio. Il ritiro a Benasque segnò così un tentativo consapevole e coraggioso di rinascita, una pausa necessaria per risanare le ferite e riscoprire la coesione artistica e personale, prima dell’atto finale della loro straordinaria parabola.







1995

All'inizio del 1995, dopo due mesi di isolamento creativo e personale nei Pirenei Aragonesi, gli Héroes del Silencio lasciarono l’Hospital de Benasque per trasferirsi a Londra, più precisamente a High Wycombe, dove si trovavano gli appartamenti di Phil Manzanera. Manzanera, storico produttore e ormai figura chiave nell’evoluzione sonora del gruppo, metteva spesso a disposizione questi appartamenti per ospitare la band durante le fasi preparatorie dei loro lavori in studio.

In quel contesto londinese, gli Héroes continuarono la loro sorta di "reclusione volontaria", proseguendo un processo creativo iniziato già tra le montagne aragonesi. Fino a febbraio del 1995, si dedicarono completamente alla definizione della struttura dei nuovi brani, alla ricerca di suoni e arrangiamenti coerenti con la direzione artistica che intendevano dare al nuovo disco.

Il primo cambiamento significativo nella dinamica di lavoro degli Héroes del Silencio fu la decisione di cercare un nuovo produttore. Dopo anni di collaborazione, il gruppo scelse di non proseguire con Phil Manzanera, nonostante il suo contributo determinante nei dischi precedenti. La profonda amicizia nata con lui aveva finito per compromettere l’equilibrio professionale: spesso, il rapporto personale ostacolava la possibilità di prendere decisioni critiche o di affrontare i conflitti creativi in modo diretto.





In quel momento, la band aveva bisogno di una figura esterna capace di riportare ordine e disciplina, qualcuno con l’autorevolezza necessaria per dirigere il lavoro in studio e far convergere le diverse visioni artistiche. Questo era essenziale soprattutto alla luce delle tensioni musicali ancora presenti tra Juan Valdivia ed Enrique Bunbury.


Per il nuovo progetto discografico, gli Héroes del Silencio presero in considerazione nomi di altissimo livello, come Bob Rock e Mike Clink, rispettivamente produttori dei Metallica e Guns N’ Roses. Alla fine, la scelta cadde su Bob Ezrin, un veterano dell’industria musicale che aveva già lavorato con icone come Lou Reed, Alice Cooper, Kiss, Peter Gabriel e i Pink Floyd. La sua esperienza e il suo approccio diretto erano esattamente ciò di cui la band aveva bisogno in quella fase della loro carriera.

Il cambio di produttore fu solo uno dei molti segnali di trasformazione. Il gruppo interruppe anche i rapporti con l’agenzia di management 10/diez e con Pito, lo storico manager che li aveva seguiti sin dagli inizi. Al suo posto, subentrò Claire King, dirigente della EMI England, assumendo la gestione del gruppo e portando una nuova visione più internazionale.

Gli Héroes si trasferirono così a Los Angeles per iniziare la registrazione dell’album sotto la guida di Ezrin, affiancato dall’ingegnere del suono Andrew Jackson. Fin dal primo incontro, Ezrin suggerì una direzione chiara: realizzare un disco puro, potente, un concentrato di rock & roll dalle chitarre graffianti, ispirato a band come Led Zeppelin, Pearl Jam e The Cult. La band abbracciò subito questa visione.

Fu Ezrin, inoltre, a proporre di aprire l’album con un brano che evocasse le radici aragonesi della band. Gli Héroes del Silencio individuarono il suono perfetto nella "Rompida de la Hora", una tradizione secolare del Bajo Aragón Turolense. Ogni anno, allo scoccare della mezzanotte tra il giovedì e il venerdì Santo, i tamburi e le grancasse di uno dei nove paesi della Ruta del Tambor y el Bombo squarciano il silenzio in un rito tanto solenne quanto spettacolare. Questo momento dirompente, carico di pathos, rappresentava perfettamente l’intensità che il gruppo voleva trasmettere.

Contattarono quindi il Comune di Híjar, una delle località simbolo di questa tradizione, per ottenere una registrazione di qualità professionale. Tuttavia, il materiale inviato — un disco in vinile dalla qualità sonora mediocre — non fu all’altezza delle aspettative. Questo inconveniente costrinse la band a cercare un’alternativa all’ultimo momento.


Oltre ai cambiamenti nella produzione e nella gestione, gli Héroes del Silencio intrapresero anche un’importante svolta a livello visivo. Per la prima volta nella loro carriera, decisero di abbandonare l’universo grafico costruito da Pedro Magro, l’artista che aveva firmato l’intera iconografia del gruppo fino a quel momento. Magro aveva contribuito in maniera decisiva a creare l’estetica enigmatica e simbolica che aveva accompagnato la band sin dagli esordi, ma i tempi erano maturi per un rinnovamento.

Il compito di ridisegnare l’immagine del gruppo fu affidato al collettivo Ipsum Planet, una scelta che rifletteva la volontà degli Héroes di reinventarsi anche dal punto di vista visivo, in linea con l’evoluzione sonora e concettuale del nuovo album.

Terminata la lunga fase di registrazione a Los Angeles, nei mesi di luglio e agosto del 1995, la band fece il suo ritorno sulle scene internazionali partecipando a numerosi festival estivi in Svizzera e Germania. Queste apparizioni segnarono il primo contatto con il pubblico dopo oltre un anno di assenza dalle scene, generando grande attesa per la pubblicazione del nuovo lavoro discografico.



Il 18 settembre 1995, simultaneamente in ventisei Paesi, venne pubblicato Avalancha, il nuovo attesissimo album degli Héroes del Silencio. Il titolo, carico di significato, rifletteva il bisogno impellente della band di muoversi, di evitare l’immobilismo creativo e di dare forma a un’urgenza espressiva ormai incontenibile.

La presentazione ufficiale si svolse al Centro Culturale Delicias di Saragozza, davanti a un parterre internazionale composto da giornalisti provenienti da Messico, Australia, Germania, Italia, Inghilterra e Svizzera, oltre a una nutrita rappresentanza della stampa spagnola. In totale, circa cento inviati parteciparono all’evento, presieduto da Rafael Gil, presidente della EMI-Hispavox-Chrysalis. Davanti a trecento fan selezionati, la band eseguì sei brani inediti dal vivo, in un’esibizione che partì con un’intima jam acustica e si concluse con tutta la potenza elettrica tipica degli Héroes. A fine serata, la celebrazione continuò a La Estación del Silencio, dove Las Novias e i Niños del Brasil tributarono un omaggio musicale al gruppo.

Avalancha si presenta come un disco di puro rock & roll, fortemente influenzato dalla scena americana degli anni ’90 — in particolare band come Pearl Jam e Soundgarden. Energico, diretto, e con una produzione più nitida rispetto al precedente El espíritu del vino, l’album sprigiona chitarre taglienti, melodie incisive e una sezione ritmica solida e coinvolgente. Per la band, il risultato è stato eccezionale: per la prima volta, ammettono di essersi davvero lasciati guidare da un produttore esterno, e la mano di Bob Ezrin, già collaboratore di artisti del calibro di Pink Floyd e Alice Cooper, si percepisce chiaramente in ogni traccia.

Anche l’aspetto grafico segnò un cambio di rotta: per la realizzazione del libretto e della copertina fu coinvolto il collettivo Ipsum Planet, interrompendo così la storica collaborazione con Pedro Magro. Il booklet riprende lo stile di Senderos de Traición, con la band di nuovo in copertina, mentre all’interno i testi sono presentati sia in castigliano che in inglese, accompagnati dalle fotografie di Joaquín Cardiel. Alan Boguslavsky, sebbene coautore di tutti i brani, non appare visivamente nel libretto né sulla copertina, e solo una menzione nei crediti finali ne certifica la presenza — un segnale che, nonostante fosse considerato il “quinto Héroe” dalla band, la casa discografica non lo riconoscesse pienamente come tale.

Per la prima volta nella storia del gruppo, la critica fu unanimemente entusiasta. Alcune testate si spinsero addirittura a scusarsi per aver sottovalutato i lavori precedenti. Avalancha fu accolto come un capolavoro, ottenendo il doppio disco di platino con oltre 200.000 copie vendute, consacrando gli Héroes del Silencio tra gli artisti spagnoli più influenti e di successo. Tuttavia, tra i fan più affezionati, El espíritu del vino rimane per molti il vertice artistico della band.

Il 25 settembre, appena una settimana dopo l’uscita del disco, prende il via da Milano il tour omonimo. A differenza delle esperienze passate, questa tournée fu pianificata con maggiore attenzione al benessere del gruppo: vennero introdotti giorni di pausa tra i vari blocchi di concerti per evitare il logoramento psicofisico che aveva caratterizzato il tour precedente.

Fino alla fine dell’anno, la band si esibì in quattordici date tedesche in piccole sale, per poi toccare diverse città in Spagna e altri Paesi europei tra cui Italia, Austria, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Ungheria, Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia e Belgio. I concerti della tournée Avalancha furono potenti, compatti e intensi, con performance intrise di energia e aggressività.

Un tratto distintivo della scaletta fu l’inclusione di celebri brani della storia del rock, come Paranoid dei Black Sabbath, Rock 'n' Roll dei Led Zeppelin, The Passenger di Iggy Pop e It's Only Rock 'n' Roll dei Rolling Stones, spesso inseriti nella versione estesa e sempre più suggestiva di Decadencia, che divenne il brano di chiusura di ogni concerto. In alcune date, il gruppo sorprese anche con rivisitazioni acustiche del proprio repertorio.


Dopo la pubblicazione e la presentazione di "Avalancha", il 25 settembre inizia il tour omonimo, partendo da Milano. Il tour "Avalancha" è stato pianificato in maniera molto più serena e rilassata, con giorni di riposo tra i vari blocchi di concerti, cercando di evitare l'amara esperienza del tour precedente. Pertanto, dalla fine di settembre fino alla fine dell’anno, inizia la prima fase dei concerti in Europa, con quattordici date in locali e piccole sale solo in Germania, seguite da esibizioni in città della Spagna e in altri paesi europei come Italia, Austria, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Ungheria, Svezia, Finlandia, Danimarca, Francia e Belgio. I concerti di "Avalancha" si rivelano compatti e energici. carichi di potenza, energia e aggressività. Una delle caratteristiche distintive di questa tournée è l'inclusione di versioni di brani leggendari della storia del rock, come "Paranoid" dei Black Sabbath, "Rock 'n' Roll" dei Led Zeppelin, "The Passenger" di Iggy Pop e "It's Only Rock 'n' Roll" dei Rolling Stones. Questi pezzi sono inseriti all'interno di una versione sempre più peculiare ed estesa di "Decadencia", che diventa il brano di chiusura dei loro concerti. In alcuni di questi spettacoli, la band interpreta anche alcuni dei loro pezzi in versione acustica.



Nonostante il tentativo della band di affrontare la tournée Avalancha con maggiore serenità rispetto al passato, al termine della prima parte iniziano ad emergere una serie di problemi che mettono in crisi la tranquillità conquistata.

Il primo segnale di tensione arriva dalle trattative con la casa discografica per il rinnovo del contratto, che si rivelano subito complesse e cariche di attriti. A queste difficoltà si sommano poi questioni di salute che colpiscono alcuni membri del gruppo: Juan Valdivia comincia a soffrire di una tendinite alla mano sinistra, che limita la sua capacità di suonare, mentre Pedro Andreu inizia ad accusare problemi cardiaci sempre più debilitanti.

La situazione peggiora ulteriormente dopo il concerto di Siviglia del 5 dicembre, quando Enrique Bunbury, esasperato dal comportamento di una parte del pubblico che lo stava sputando, decide di abbandonare il palco. Durante le vacanze natalizie, la band si prende una pausa meritata. Enrique Bunbury sceglie di trascorrere questo periodo in viaggio nel sud del Messico, percorrendo la Rotta Maya, forse alla ricerca di un po’ di quiete dopo mesi di tensioni e fatiche.



1996

L’anno inizia nel peggiore dei modi per gli Héroes del Silencio. Pedro Andreu, il batterista, è costretto a sottoporsi a un intervento chirurgico al cuore, e la sua convalescenza lo tiene lontano dai concerti per un periodo. Durante questo periodo difficile, la band trova un sostituto temporaneo in Ángel Bau, un batterista di grande esperienza che aveva collaborato con artisti come Antonio Vega e Marc Ribot. Bau si unisce agli Héroes per i concerti iniziali del 1996, ma la sua presenza non riesce a risolvere i crescenti conflitti interni.

A febbraio, la band riprende la tournée Avalancha, con la prima parte del tour che li porta in America, in particolare in Messico, dove realizzano dodici concerti. Successivamente, gli Héroes proseguono la loro avventura negli Stati Uniti, suonando in città non proprio convenzionali per un gruppo rock spagnolo, come Los Angeles, Chicago, Boston e New York. La band realizza un totale di sedici esibizioni negli Stati Uniti, ma anche in questo periodo, i dissapori interni crescono.

Le difficoltà relazionali diventano sempre più evidenti, in particolare tra Enrique Bunbury e gli altri membri del gruppo, con un focus principale sulla tensione tra lui e Juan Valdivia. Bunbury, influenzato da nuove correnti musicali emergenti, propone un cambiamento radicale nello stile musicale degli Héroes. Si interessa sempre di più a sonorità elettroniche potenti e industriali, prendendo ispirazione da artisti come i Kraftwerk degli anni '70,                         i Depeche Mode degli anni '80, e i suoni più recenti di Tricky, Orbital e Massive Attack, in particolare per le loro influenze sul jungle e drum 'n' bass. Tuttavia, la proposta di Bunbury incontra un muro di resistenza, soprattutto da parte di Juan Valdivia, che preferisce rimanere fedele al rock tradizionale e allo spirito originale della band.

Le divergenze musicali tra Bunbury e Valdivia contribuiscono a un crescente distacco tra i due, creando un ambiente teso e poco armonioso all'interno del gruppo. La crisi di identità che Enrique Bunbury sta vivendo, insieme a una crescente insoddisfazione personale e professionale, amplifica ulteriormente il malessere. La situazione diventa insostenibile, e la band prende la decisione di prendersi un periodo di riposo alla fine della tournée, per consentire a ciascun membro di concentrarsi sui propri progetti personali, sebbene preferiscano tenere questa decisione privata per il momento.

Nel frattempo, mentre la tournée continua, Enrique Bunbury inizia a lavorare al suo progetto solista. Approfittando dei momenti liberi tra i concerti, inizia a scrivere nuovi testi e a comporre canzoni. A marzo, registra cinque demo negli studi della I.R.S. Records di Los Angeles e altri tre a San Juan, Puerto Rico, gettando le basi per ciò che diventerà la sua carriera solista.

Nonostante questi problemi interni, la tournée Avalancha non si ferma. A metà aprile, la band prosegue il tour in Sud America, visitando Ecuador, Colombia, Argentina, Uruguay, Cile e Paraguay, per poi tornare negli Stati Uniti a maggio. Durante questo periodo, gli Héroes si esibiscono anche in alcuni festival in Germania, per poi concludere la loro esperienza in Europa con un concerto acustico a Madrid, negli studi della Cadena 40 Principales, che sarà successivamente trasmesso dalle radio e dalle televisioni.

Il tour prosegue in Spagna all'inizio di giugno, con la seconda parte della tournée che parte il 1° giugno da Barcellona e prosegue in numerose città come Bilbao, Benidorm, Madrid, Saragozza, Teruel, Valladolid, Zamora, Vigo, La Coruña, Orense, Valencia, Cuenca, Malaga, Cordova, Palma di Maiorca, Las Palmas e Tenerife. La tournée si conclude il 30 giugno a Melilla. Durante i concerti di Saragozza e Madrid, la casa discografica registra le performance per un possibile album dal vivo, ma la tensione e le difficoltà all'interno del gruppo sono ormai evidenti, segnando un punto di non ritorno nella storia della band.


A luglio, gli Héroes del Silencio lasciano la Spagna e riprendono la loro tournée europea, esibendosi in grandi locali in Germania e Svizzera. Ad agosto, attraversano nuovamente l'Atlantico per tornare nelle Americhe, dove si esibiscono in vari concerti, inclusa la loro partecipazione al festival Monsters of Rock in Brasile. In questo contesto, sono i primi a salire sul palco, condividendo la scena con band legendarie come Mercyful Fate, Biohazard, Helloween, Motörhead, Skid Row e Iron Maiden.

Le voci riguardo un possibile scioglimento della band iniziano a circolare tra i media e i fan, alimentando le speculazioni. A metà settembre, per fare chiarezza, gli Héroes del Silencio decidono di convocare una conferenza stampa a Lima, in Perù, durante la quale annunciano ufficialmente una pausa di due anni. Questo periodo sarà dedicato al riposo e ai progetti solisti dei membri, con l’intenzione di tornare freschi e rilassati in seguito. La notizia scuote profondamente i fan, soprattutto in un momento in cui la band sta vivendo il suo massimo successo. Da quel momento, durante il resto della tournée sudamericana, la band si trova costretta a rispondere continuamente alle domande dei giornalisti e dei fan riguardo al futuro del gruppo, smentendo ogni voce sul possibile scioglimento definitivo.

Come saluto finale alla loro carriera, almeno per il momento, il 28 settembre viene pubblicato un doppio album dal vivo intitolato Parasiempre, che raccoglie le registrazioni dei concerti del 7 e 8 giugno a Madrid e Saragozza. 


Il disco Parasiempre riassume l’essenza del tour di Avalancha, selezionando i brani più emblematici della storia degli Héroes del Silencio e colmando il vuoto lasciato dalla cancellazione della pubblicazione di un album dal vivo durante la tournée El Camino del Exceso. Questo album rappresenta il primo vero disco live della band, a differenza dei precedenti lavori dal vivo, En Directo del 1989 e Senda ‘91, che erano edizioni limitate, di breve durata e destinate principalmente ai collezionisti, risultando poco accessibili al grande pubblico.

Per i primi 10.000 acquirenti di Parasiempre, è stata inclusa una videocassetta (VHS) contenente frammenti di interviste ed esibizioni della band durante la tournée Avalancha. Il design del libretto e del disco è stato curato da Ana Ortiz di Landázuri e Joaquín Cardiel, conferendo un tocco distintivo e raffinato all'album.

Nel mese di ottobre, gli Héroes del Silencio hanno concluso la loro lunga e impegnativa tournée con una serie di concerti a San Francisco, San Bernardino e Los Angeles. Tuttavia, il concerto di Los Angeles è stato interrotto prematuramente a causa di una pioggia di oggetti sul palco, in risposta a dichiarazioni infelici fatte da Enrique Bunbury qualche giorno prima, mentre la band stava eseguendo il brano "Parasiempre". Il 6 ottobre 1996, con l'ultimo concerto a Los Angeles, si conclude una tournée che ha visto oltre cento concerti in più di venti paesi. Questo evento segna la fine della carriera musicale degli Héroes del Silencio, una band che ha scritto pagine indelebili nella storia del rock & roll spagnolo, e che continua a essere ricordata come una delle formazioni più influenti della musica in lingua spagnola.







LA BREVE REUNION DEL 2007


Nel 2006, la EMI ha intrapreso la rimasterizzazione digitale degli album in studio degli Héroes del Silencio, distribuendoli in quattro doppi CD sotto la denominazione "Ediciones Especiales". Nonostante le promesse di includere materiale inedito e rarità, i CD extra contenevano principalmente brani già presenti in raccolte precedenti. L'unica vera novità significante erano le tracce di En Directo (pubblicate per la prima volta su CD) e quelle di Senda '91, che era fuori catalogo da molti anni.

Il 14 febbraio 2007, è stato ufficialmente annunciato il ritorno degli Héroes del Silencio per celebrare il ventesimo anniversario del loro debutto discografico. Tra settembre e ottobre dello stesso anno, la band ha intrapreso un tour di 10 date: Città del Guatemala, Buenos Aires, Monterrey, Città del Messico, Los Angeles, Saragozza, Siviglia e Valencia. Una delle principali novità di questo tour è stata l'assenza del "quinto eroe", Alan Boguslavsky, che è stato sostituito da Gonzalo Valdivia, il fratello di Juan, che ha preso il suo posto nella line-up.

Durante lo stesso periodo, la EMI ha pubblicato due box set di vinili, dedicati esplicitamente ai collezionisti, stampati in sole 5000 copie, a ulteriore conferma del culto che circondava la band e della sua importanza nella storia del rock in lingua spagnola.


Inoltre, sono stati pubblicati un doppio CD e un doppio DVD che commemorano l'ultima tournée della band, entrambi intitolati "Tour 2007". Il doppio CD contiene 28 canzoni registrate durante i concerti in Messico, mentre il doppio DVD include il concerto tenutosi a Città del Messico, arricchito da un documentario extra che offre uno spunto più intimo sulla reunion e sull'esperienza vissuta dalla band durante il tour.

Nonostante il successo e l'entusiasmo generale per la reunion, le possibilità che gli Héroes del Silencio tornino a comporre nuova musica e a pubblicare un nuovo album in studio sembrano molto scarse o pressoché nulle. La band, pur mantenendo un posto speciale nel cuore dei fan, sembra non avere intenzione di intraprendere nuovi progetti musicali insieme. Nel frattempo, Enrique Bunbury continua a seguire la sua carriera solista, iniziata nel 1996, ottenendo numerosi successi sia in Spagna che in America Latina, consolidandosi come uno degli artisti più influenti e apprezzati del panorama musicale di lingua spagnola.

Nessun commento:

Posta un commento