Se il 1984 fu un anno molto positivo, il 1985 è probabilmente uno degli anni più produttivi e fruttuosi per il gruppo. Tra gli avvenimenti più importanti spicca il raggiungimento, alla fine dell’anno, di quella che sarebbe stata la loro formazione definitiva.
Pedro Valdivia, fratello di Juan, decide di lasciare il gruppo per dedicarsi interamente alla sua carriera, giungendo al termine dei suoi studi.
In questo momento entra a far parte del gruppo Joaquín Cardiel, un buon amico di Enrique e Juan, che provava con la sua band in un locale vicino a quello degli Héroes.
È proprio in questo periodo che il gruppo smette di chiamarsi Zumo de Vidrio per adottare definitivamente il nome Héroes del Silencio.
Nel 1985 hanno anche luogo le prime esibizioni dal vivo della band, come spalla di un gruppo madrileno, Alphaville, al cinema Pax, o insieme ai Boda de Rubias.
Proseguendo con la grande creatività di quell’anno, non si può dimenticare la prima registrazione degli Héroes del Silencio:
una demo con i brani Olvidado, Sindicato del riesgo, Héroe de Leyenda e Hologramas.
Gli Héroes portavano questa cassetta in tutte le radio possibili. Una di queste fu Radio Heraldo. Matías Uribe, commentatore di Radio Heraldo e critico musicale di El Heraldo de Aragón all’epoca, racconta:
«Stavo registrando il programma radio e si presentarono, molto educati:
– Se potessi trasmettere questa demo… –
Avevano tanta voglia, tanta serietà…
Si vedeva in quei ragazzi un’enorme passione, rompevano con tutti gli schemi stabiliti qui…
A Saragozza c’erano tantissimi gruppi, ma poi non provavano con costanza; loro invece si facevano delle faticacce in locali di prova fatiscenti: case abbandonate, problemi con i vicini…
Avevo notato delle qualità soprattutto nell’immagine, in particolare nei due fratelli Valdivia. Enrique era molto tranquillo fino a quando conobbe Santi Rex (dei Niños del Brasil). Erano un gruppo molto pop, per niente rock».
All’epoca gli Héroes del Silencio si offrivano di suonare anche gratuitamente. Con parole testuali: «Non ci importa con quale impianto, non vogliamo un soldo».
Riguardo allo stile che il gruppo aveva allora, dichiaravano:
«È ancora presto per parlare di stile. Fino a quando non avremo due o tre LP pubblicati, credo che nessuno potrà definirlo. L’evoluzione del gruppo si vedrà con il tempo, secondo ciò che ci piace comporre, e allora forse si potrà dire che abbiamo uno stile o una tendenza».
Nello stesso anno parlarono anche delle loro aspirazioni come band:
«Le nostre aspirazioni come gruppo sono evidenti. Se riusciamo a uscire da Saragozza saremo felicissimi, perché sono le aspirazioni di ogni gruppo. Finora il massimo è diventare come i Radio Futura o i Golpes Bajos».
«Vogliamo fare la musica che piace a noi, ed è normale che certe cose non piacciano a tutti».
Tutti i componenti del gruppo erano convinti della loro carriera musicale con gli Héroes del Silencio e si dedicavano completamente alla band.
Ogni guadagno veniva reinvestito nel gruppo: comprare e migliorare strumenti ed equipaggiamento.
Ma la cosa più importante di quell’anno è che iniziarono a “trionfare” (seppur tra virgolette). Vinsero il Festival di Benidorm, iniziarono a comparire su numerose riviste. Ogni giorno evolvano di più e meglio; ogni settimana suonavano meglio, e con il passare del tempo si consolidavano sempre di più.
I quattro membri erano diventati, rispettivamente, i loro migliori amici. E secondo le loro stesse dichiarazioni: «Abbiamo i tipici screzi che nascono in ogni convivenza, ma è una fortuna stare in un gruppo con i tuoi migliori amici».
Ma, come è noto, quando qualcuno ha successo, c’è sempre chi non lo gradisce.
E gli Héroes non furono certo un’eccezione. Con i primi successi del gruppo arrivarono anche i primi nemici dichiarati.
Un’altra critica che ricevevano allora, oltre a quella di essere mielosi e troppo soft, era che Enrique cantasse malissimo.
A proposito della voce di Enrique, bisogna dire che inizialmente non era lui il cantante di Zumo de Vidrio, bensì il bassista. Juan lo sentì cantare una canzone di David Bowie e gli disse subito che doveva lasciare il basso e mettersi a cantare. L’allora cantante, Javier Gallardo Valdivia (cugino di Juan), fu espulso dal gruppo. Così Enrique divenne per la prima volta cantante in una band, dopo aver provato praticamente tutti gli strumenti possibili.
Dopo un anno tanto creativo, il successivo non poteva essere da meno.
Fonte/link: LA CENSURA DE LOS CUENTOS (Facebook)
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